La Cartiera tra le aziende eco-friendly, perplessità da Cittadella e Colle Aperto e l’appello: “non fateci fare la terza estate con le finestre chiuse”

MANTOVA – E’ una lettera firmata da ben 133 cittadini in rappresentanza delle famiglie dei Quartieri di Cittadella e Colle Aperto quella con cui, con amarezza, si sollevano notevoli perplessità rispetto al fatto che la Cartiera cittadina di Progest sia stata inserita tra le dodici aziende mantovane scelte come rappresentanti dei valori della ‘Green Economy’ locale nell’ambito della manifestazione Ecomondo di Rimini.
“Oggi i termini sostenibilità, ecologia, etica, sono fin troppo abusati, cedendo a quella deprecabile forma di ‘greenwashing’ (ambientalismo di facciata) che equipara una presunta attenzione all’ambiente ad una forma di utilitarismo
economico. Tante sono le aziende che sposano, solo apparentemente, gli ideali della ‘Green Economy’ per mero tornaconto e non certo per convinzione. Anche perché, al di là di ogni buona pratica legata al riciclo (che non è certo l’unica forma per essere eco-friendly, cioè in sintonia con l’ambiente e rispettarlo tramite l’uso di tecnologie ecocompatibili), all’uso di materiali certificati, alla diminuzione delle emissioni in atmosfera e al tentativo di ridurre la
propria impronta produttiva sull’ambiente…oltre, e prima di tutto ciò, esiste il “Rispetto” come forma prima di reale sostenibilità. Non solo rispetto dell’ambiente, ma rispetto della comunità e delle esigenze della persone che vivono nei pressi di quelle stesse realtà industriali” si legge nelle lettera.
“Ecco, alcune aziende mantovane sono state scelte come rappresentanti di questi
valori, diventando protagoniste della ‘Green Economy’ locale nell’ambito della manifestazione Ecomondo. Tra le varie realtà, c’è la Cartiera di Via Poggio Reale, che in questi ultimi anni, non ha di certo dato prova di grande rispetto verso le
persone che abitano nei quartieri limitrofi allo stabilimento. Per oltre un anno ci siamo sentiti ripetere ai tavoli istituiti con gli Enti interessati, che l’azienda “sta lavorando” (con scarso successo, a quanto pare) per trovare una soluzione alla problematica legata ai nauseabondi odori emessi, e alla rumorosità sempre in crescita. Se c’è realmente questa volontà, dopo tutti questi tentativi e ricerche, facciamo l’ennesimo appello ai dirigenti, probabilmente sconcertati di fronte alle perplessità dei residenti sulla loro buona fede: questo è il momento…dimostrate, una volta per tutte, di essere davvero
sostenibili, dimostrate di aver guadagnato il titolo di azienda eco-friendly che amate esibire, dimostrate di essere capaci di gestire i problemi di convivenza che, inevitabilmente, un impianto del genere, a ridosso della città, provoca; fate quindi questo “sforzo” per evitare che due popolosi quartieri cittadini non si trovino a subire illegittimamente la terza
estate con finestre chiuse. Solo quando sarà realizzata questa forma di rispetto, potremmo avere la speranza che in questo Paese non tutto è mosso solo dal lucro e dalla realizzazione del proprio interesse” conclude la lettera.