La Diocesi riprende il processo di canonizzazione per la beata Osanna Andreasi

MANTOVA – La Diocesi di Mantova riprenderà il processo di canonizzazione della beata Osanna Andreasi. Lo farà sabato prossimo 18 giugno, memoria liturgica della beata mantovana, nel corso della celebrazione eucaristica delle ore 11 in Duomo, nella Santa Messa delle ore 18 e a Carbonarola durante una suggestiva veglia di
preghiera alle ore 21.

“La Congregazione delle Cause dei Santi ci ha indicato la strada per riprendere l’iter di
canonizzazione per equipollenza, termine tecnico che precisa una procedura che non richiede attestazioni di nuovi miracoli ma la persistenza del culto – spiega il vescovo di Mantova Marco Busca – Osanna è già stata riconosciuta beata dalla Chiesa Universale, il processo non è mai stato chiuso, attende solo di essere ripreso. La sua biografia, le lettere che ha scritto e le testimonianze risultano sorprendentemente in linea con il profilo di santità nel mondo contemporaneo che emerge dall’Esortazione Apostolica di Papa
Francesco Gaudete et exsultate. Inoltre molti aspetti della sua personalità, figura capace di comunione, di contemplazione e profezia storica, in missione verso la città, potrebbero offrirci ispirazioni preziose nel cammino sinodale che abbiamo iniziato.”

“In questi decenni l’Associazione per i Monumenti Domenicani – Casa Andreasi ha svolto
un accurato lavoro storico-scientifico di analisi critica delle fonti, dei testi, della diffusione del culto – prosegue don Stefano Savoia, dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi –  La documentazione prodotta – saggi, atti di convegni, cataloghi di mostre – potrà
confluire nel dossier da consegnare al vaglio del Dicastero delle Cause dei Santi. Ci sono alcuni passi formali e sostanziali da compiere, anzitutto coinvolgere i consigli diocesani, le comunità parrocchiali, l’Ordine dei Domenicani, individuare un gruppo di lavoro operativo e un postulatore ma soprattutto raccogliere segnalazioni, informazioni, memorie che attestino la devozione per Osanna nel mantovano e fuori dai confini della diocesi.”

Il processo è sempre aperto: la positio attende solo una nuova copertina e che vengano
aggiunte le pagine sulla perseveranza del culto, sulla adeguatezza delle sue virtù anche ai tempi di oggi, sull’attualità della sua figura di donna che ha saputo coniugare la vita domestica e civile, di relazione e di socialità, con un’intensa vita spirituale, un’adesione forte ma non cieca alla Chiesa e l’amore per il prossimo, specchio del suo amore per Gesù.

La morte di Osanna Andreasi non colse la città impreparata: lei stessa ne aveva profetizzato la data. E quando avvenne, il 18 giugno 1505, per i suoi contemporanei era già “santa”. Il processo di canonizzazione, stimolato da Isabella d’Este, in soli dieci anni portò alla concessione del culto, così nel 1515 Osanna fu dichiarata beata. Il Concilio di Trento (1545- 1563) interruppe il processo, che solo alla fine XVII secolo fu riaperto. Nel 1694, rilevando la prosecuzione del culto ab immemorabili, Osanna venne riconfermata beata.

1505 – 18 giugno – muore Osanna Andreasi
novembre – biografia in latino di p. Silvestri o.p.
1505 – 22 giugno-1515 22 giugno – raccolta delle testimonianze
1515 – 8 gennaio
Leone X con breve papale riconosce il culto di Osanna nella città di Mantova
(commemorationem libere et licite)
1588 – istituzione della Sacra Congregazione dei Riti
1594 – 11 ottobre
papa Clemente VIII consente la celebrazione della messa con Ufficio e messa propri e
l’esposizione del corpo
1689 – 22 novembre
solenne processione con il corpo della Beata, interruzione delle piogge e istituzione del
processo compulsoriale;
Alessandro VIII concede all’Ordine domenicano la celebrazione del culto
1690 – 31gennaio – 8 febbraio
raccolta testimonianze sul miracolo della pioggia
Positio super reassumptione causae
lettera di richiesta al cardinale Girolamo Casanate di riaprire la causa
1693 – conferma del culto ab immemorabili
In questa circostanza ci fu l’appoggio, oltre che dei Gonzaga, del Maestro Generale dei
Domenicani Antonin Cloche che configurava la Beata definitivamente come mistica
‘ortodossa’ (dopo la svolta antimistica di papa Alessandro VIII), suffragata anche dalla
testimonianza del cardinale Leandro Colloredo, proponente la causa, che integra la
mistica della Beata con la sua comprovata carità cristiana.
1734-1738 – nell’opera De servorum Dei papa Benedetto XIV ricorda a più riprese l’iter della causa di beatificazione di Osanna.