La Fiom ai funerali dell’operaio morto all’Iveco. “I lavoratori non dovevano aver paura di fermarsi, presto un’assemblea”

Stabilimento Iveco, foto archivio

BRESCIA – Si sono svolti oggi pomeriggio a Brescia i funerali di Vincenzo Giaquinto, l’operaio 64enne, sposato e padre di quattro figli, colto da un infarto mentre lavorava all’Iveco di Suzzara, durante il turno di notte, tra giovedì e venerdì scorsi. E’ spirato poco dopo il ricovero in ospedale.
E all’oratorio bresciano di San Luigi Gonzaga oggi pomeriggio alla celebrazione dei funerali ha preso parte anche una delegazione della Fiom-Cgil di Mantova. Una presenza che la famiglia ha apprezzato molto e che contrasta con quello che sarebbe stato invece il silenzio dell’azienda.
La Fiom è stata tra l’altro l’organizzazione sindacale che ha puntato da subito il dito accusatore contro quanto accaduto nello stabilimento durante il malore dell’uomo. Giaquinto si è infatti accasciato a terra intorno a mezzanotte e mezza sotto gli occhi dei colleghi che sono stati i primi a prestargli soccorso in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118. Nonostante questo le linee di produzione non sono mai stati fermate e un operaio delegato Fiom, che ha chiesto esplicitamente al responsabile di reparto di bloccarle per agevolare i soccorsi, si è visto negare la richiesta.
Da qui lo sciopero che è stato organizzato dalla Fiom Cgil il giorno successivo a cui ha aderito la Uilm Uil ma da cui invece la Fim Cisl ha preso le distanze.
“A breve organizzeremo anche un’assemblea – dichiara il segretario provinciale Fiom Marco Massari – perchè vogliamo spiegare ai lavoratori che non devono aver paura di fermarsi in una situazione come questa. Prima di tutto viene infatti sempre l’umanità. Sappiamo che non è facile perchè spesso ci troviamo di fronte lavoratori precari ma vogliamo che anche questi capiscano che ci sono dei diritti, soprattutto quando questi contemplano situazioni drammatiche come quella che si è verificata nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Deve quindi passare il messaggio che non devono avere paura”.

 

 

 

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