La FLCCGIL di Mantova in protesta al fianco del Movimento “Rete degli studenti medi”

MANTOVA – La FLCCGIL di Mantova ha accolto con entusiasmo la nascita, anche nella nostra città, del Movimento “Rete degli studenti medi” con il quale intende instaurare un proficuo e duraturo rapporto di collaborazione. Non a caso in occasione della mobilitazione indetta per oggi, 4 febbraio, contro le nuove modalità dell’esame di Stato 2022 annunciate dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la FLCCGIL mantovana sarà al fianco degli studenti e delle studentesse.

“Non è possibile – dicono – far pagare ai ragazzi le conseguenze di tre anni di didattica discontinua, in presenza, a distanza, mista. La sbandierata normalità a cui fa riferimento il ministro Bianchi è una enorme ipocrisia. Non sono stati normali né quest’ultimo anno, né quelli precedenti. Sarebbe stato opportuno, almeno, coinvolgere gli studenti in questa scelta, ma come spesso avviene, così non è stato. Il tema non è la semplificazione dell’esame di stato, ma il coinvolgimento e l’ascolto, come ha detto autorevolmente il Presidente Mattarella: ‘É doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni’. Invece – proseguono – il Ministro, con l’ennesimo provvedimento dirigista, ignora le difficoltà dei tanti mesi di pandemia, esclude ogni forma di dialogo, di ascolto degli studenti, i quali hanno dovuto rinunciare a vivere una vita normale e alle relazioni scolastiche, che hanno dovuto reinventarsi e aggrapparsi ai pochi punti di riferimento: loro stessi, gli insegnanti, le famiglie, nel deserto degli spazi e nella carenza delle strutture informatiche. Ora a meno di cinque mesi dagli esami, si vedono stravolgere, anche, programmi e preparazione, con un provvedimento di facciata che intenderebbe ripristinare un rigore e una serietà dell’esame di Stato, che in realtà non fa che acuire le distanze e aumentare l’esclusione scolastica”.

Critiche anche per la mancata vicinanza alle scuole, “abbandonate a sé stesse nella gestione della pandemia, trasformate in succursali del ministero della sanità, hanno dovuto fronteggiare emergenze di ogni genere sanitarie, familiari e sociali, spesso con mezzi rudimentali sia in termini di risorse si in termini di personale effettive. Gli studenti hanno diritto ad essere protagonisti proprio in momento come questo e per aiutare la scuola ad uscire dall’emergenza dopo la pandemia, quando essa finirà. Per questo la protesta della Rete degli Studenti medi è anche la nostra”.

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