Dopo i riferimenti culturali, Claudio Sedazzari ha parlato del lavoro che sarà: “I nuovi lavoratori si aspettano un’azienda guidata dai valori: attenzione per ambiente, disabilità, professionalità e formazione – ha detto – L’azienda cresce assieme alle persone: non c’è più un rapporto di forza dell’azienda sul lavoratore. I contesti con il lavoratore-schiavo sono destinati a scomparire. Se un’azienda non crea un ambiente di lavoro positivo, con una compensazione tra lavoro e vita privata, con la giusta attenzione per il tempo libero di ciascuno, troverà i peggiori”. Importante anche il discorso sull’automazione: “Le attività a basso valore aggiunto le dovranno fare le macchine. Inoltre ci saranno sempre meno persone con competenze verticali elevate; serviranno competenze trasversali, che riescono a gestire maggiore complessità”. “Smart working e flessibilità vanno gestiti – ha proseguito Sedazzari -. La maggior parte delle buone idee nascono dalla socializzazione: non esiste più il lavoratore automa. Le aziende devono conoscere i bisogni dei singoli lavoratori: non è questione di attenzione umana, ma una necessità per l’efficienza aziendale. L’esempio dell’imprenditore deve essere contagioso, senza aspettarsi nulla in cambio. Ma – ha precisato – è ovvio che l’azienda deve fare profitto per se stessa e per l’imprenditore, però è fondamentale che riesca a lavorare con etica”. Secondo Sedazzari è importante anche gestire al meglio le risorse umane, rendendo il collettivo più efficace: “Ci sono anche persone sbagliate nel posto sbagliato. Essere leader – comunque – significa essere ‘al servizio di’ Cosa posso fare io per te! Il manager deve gestire persone. È L’attività più complessa, sulla quale siamo meno formati, ma è la determinante per crescere. Se i manager fanno i manager, si crea valore per le persone – ha chiosato Sedazzari – con indubbi benefici anche per il profitto”.
Dino Perboni ha invece delineato i cambiamenti del sindacato nel prossimo futuro: “I lavoratori dovranno partecipare sempre di più alle scelte che riguardano il loro futuro. Contribuiscono ai processi produttivi e dovrebbero partecipare in parte alle decisioni aziendali, in un tavolo di relazioni dove ciascuno rappresenterà i propri orientamenti”.