La variante inglese contagia anche gli animali domestici. Primo caso in Italia in un gatto

Analogamente come accaduto per il virus originale arrivato da Wuhan, rilevato negli animali domestici durante la prima ondata della pandemia, anche le varianti del Covid infettano cani e gatti.
Uno studio su Science spiega che sono due i rapporti pubblicati i quali dimostrano come cani, gatti e altri animali domestici possano essere infettati dalla variante inglese (B.1.1.7) che su gli umani ha dimostrato più trasmissibilità.
Sono numerose le specie di mammiferi – circa 400, che secondo uno studio dell’Università della California di Davis, sono più o meno suscettibili al virus arrivato dalla Cina, come dimostrano i casi di contagio rilevati sia nelle famiglie dei positivi che negli zoo. Era prevedibile dunque che gli animali potessero essere infettati anche dalle varianti. 
Il primo caso, in Italia, di variante inglese è stato riscontrato in un gatto.
A scoprirlo nei giorni scorsi l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta su un felino maschio di 8 anni che vive in provincia di Novara in un ambiente domestico. I sintomi respiratori nel gatto sono comparsi una decina di giorni dopo l’insorgenza della malattia e l’isolamento domiciliare dei suoi padroni.
I cani e i gatti domestici possono essere contagiati dagli umani con il virus del Covid, ma non possono però trasmetterlo. Questa la conclusione a cui è giunta la comunità scientifica dopo mesi di studi.

 

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