L’Alternaria mette in crisi la produzione delle pere mantovane: danni all’80% della produzione

MANTOVA – Dopo aver fatto danni in Emilia Romagna e Veneto, il fungo Alternaria sta
colpendo la produzione di pere anche in provincia di Mantova, con danni stimati fino all’80% della produzione. «La situazione ci preoccupa – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – soprattutto perché da qualche anno sono stati messi al bando dalla Ue i prodotti fitosanitari efficaci per contrastare tale fitopatia, senza però aver prima individuato alternative efficaci. I nostri produttori dunque si sono trovati di colpo indifesi, ed ecco che la malattia è prepotentemente tornata alla carica. Senza dimenticare l’emergenza cimice asiatica, in parte attenuatasi ma di certo non scomparsa, che si aggiunge ai nemici contro i quali i nostri associati devono combattere quotidianamente». L’Alternaria, o “marciume calicino”, si manifesta con piccole bollicine sulla superficie dei frutti, resi così immangiabili, costringendo dunque i produttori a mandarli al macero.

A darne conferma è Emilio Canossa, che a San Giovanni del Dosso ha visto due ettari di terreno, coltivato a pere varietà Conference e Abate, colpiti dal fungo: «Il danno è importante, arriva fino al 70% della mia produzione, andata in fumo. Ormai non c’è più nulla da fare, strategie politiche errate ci hanno tolto gli unici prodotti efficaci per contrastare la malattia. Personalmente, da una produzione di circa 250 quintali per ettaro, mi sono trovato con a malapena 100 quintali per ettaro». Poco distante vi è l’azienda di Nunzio Gennari, produttore di frutta: «Il danno c’è in tutte le aziende – spiega – non si salva quasi nessuno. C’è da sperare che non arrivi l’Alternaria Mali, altrimenti la situazione sarebbe paragonabile a quella della Xylella al sud. Ho provato di tutto, dalla fresatura del terreno al pirodiserbo, vale a dire lingue di fuoco tra le piante, per debellare il fungo, senza successo. La malattia è tornata alla carica dopo che ci hanno tolto i prodotti fitosanitari per combatterla. Il problema c’è soprattutto sulle varietà Abate e Conference, ma anche sulla
Decana».

In provincia di Mantova sono circa 700 gli ettari di terreno coltivati a pera, ora in grave pericolo: «L’ennesima dimostrazione – spiega Cortesi – di come scelte politiche prese con superficialità si ripercuotano nel lavoro quotidiano dei nostri imprenditori. La ricerca di nuovi metodi di contenimento e contrasto deve diventare prioritaria». La situazione rischia di mettere in crisi l’intera filiera delle pere, molto forte nella parte sud della nostra provincia, viadanese compreso. Una situazione analoga si è verificata di recente anche in Francia,  dove il Ministero dell’Agricoltura ha annunciato la deroga, per tre anni dal
2021, all’utilizzo di prodotti fitosanitari (precedentemente banditi) nella coltivazione della barbabietola, a fronte del calo della produzione di circa 200 milioni di euro dovuto alla presenza di afidi dannosi per la pianta. Il Ministero della Transizione Ecologica transalpino infatti ha ammesso che attualmente non sono disponibili prodotti di pari efficacia per combattere la malattia e pertanto la deroga è necessaria per non mettere a rischio l’intera produzione francese di barbabietole. La Francia è il primo produttore europeo di zucchero, con 25.000 imprese che, con la trasformazione, occupano 45.000 addetti e garantiscono 1
miliardo di euro di avanzo commerciale.

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