MANTOVA – Avevano da poco ripreso, con grosse difficoltà, a lavorare dopo il lockdown e devono fermarsi ancora. Stiamo parlando dei lavoratori della produzione culturale e dello spettacolo bloccati dal recente dpcm che ha fermato gli spettacoli dal vivo, chiuso teatri e anche sale cinematografiche. Oggi – venerdì 30 ottobre – a Milano, in piazza della Scala, è andata in scena la manifestazione di protesta organizzata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che ha visto scendere in piazza i lavoratori di questi settori che chiedono al governo di riaprire sale cinematografiche e teatri.
“Cinema e teatri – spiega Alessandra Grossi di Slc Cgil Mantova – sono stati i primi a fermarsi e gli ultimi a ripartire e ci risulta che sono sempre stati applicati con rigore protocolli di sicurezza anti covid previsti per garantire la salute di lavoratori e spettatori. Ora con questo nuovo stop molte attività verranno messe in ginocchio e alcune rischiano di chiudere definitivamente“.
Per quanto riguarda la provincia di Mantova, il comparto più colpito è quello delle sale cinematografiche con 27 addetti, di cui almeno 5 intermittenti (con il contratto a chiamata). La maggior parte delle imprese dello spettacolo è, poi, composta da teatri privati, imprese private, associazioni culturali, che non potranno aprire ancora per parecchi mesi e, di conseguenza, non potranno occupare i lavoratori che già vivono le difficoltà del lavoro discontinuo privo di tutele. È chiaro che a catena l’indotto di trasportatori, noleggiatori di materiale audio/luci/video e scenografiche subirà di conseguenza analogo destino.
“Questi settori – prosegue Grossi – hanno la necessità di essere sostenuti, anche perché molti non hanno ancora ricevuto le indennità promesse. Molti dei lavorati di questo settore, poi, sono precari, e per loro la situazione è ancor più complicata per le difficoltà ad accedere agli ammortizzatori sociali in modo strutturale“.
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