Lavori finiti alla chiesa e alla torre campanaria dell’ex convento di Santa Lucia

MANTOVA – L’ex convento di Santa Lucia riapre le porte alla città grazie alla ristrutturazione della chiesa e della torre campanaria. I lavori di recupero sono costati 206 mila euro. 98 mila euro lo stanziamento per il campanile, di cui 58mila finanziati da Fondazione Cariplo. 108 mila euro invece quelli serviti per i lavori nell’ex chiesa sostenuti dalla Fondazione Luigi ed Eleonora Gonzaga.
I due interventi sono tra loro collegati. I lavori al campanile tornano a permettere l’utilizzo della palestra che era inutilizzata dal terremoto del 2012. Gli studenti del Mantegna hanno già iniziato ad usufruirne. “Abbiamo sostituito il linoleum della precedente pavimentazione con un laminato effetto legno, molto resistente e più bello a vedersi e inoltre abbiamo installato il riscaldamento a pavimento e ristrutturato bagni e spogliatoi oltre al nuovo impianto di illuminazione” ha detto la presidente della Fondazione Luigi ed Eleonora Gonzaga Simonetta Carra. L’obiettivo è quello di farne uno spazio polifunzionale a servizio della cittadinanza. A tal proposito l’11 ottobre sarà presentato il progetto “santalucia24-uno spazio sospeso per Mantova”, in collaborazione con PromoImpresa e De Rev. a cui saranno invitate le associazioni cittadine per proporre idee e progetti.
Il bando Cariplo prevedeva alcune attività di promozione e valorizzazione. Due di esse, la “Passeggiata informativa” sui lavori attraverso l’installazione di pannelli sulle pareti dell’edificio e la “Scuola di restauro” come alternanza scuola lavoro con il liceo scientifico Belfiore, sono state attuate.  Rimane da completare l’ultima, “Storie dell’Orfanotrofio” che prevede l’attivazione di una borsa di ricerca e una mostra fotografica. Per la verità questo progetto è piuttosto indietro dato che sarà finanziato da una raccolta fondi sulla piattaforma “produzionidalbasso.com” ma, quando mancano 160 giorni al termine, le donazioni sono solo di 140 euro.
Tutto fermo invece nel chiostro. La Fondazione aveva chiesto 5 milioni di euro alla Regione quale intervento di recupero post sisma ma la domanda è stata bocciata ritenendo l’edificio già in condizioni precarie da prima del sisma. Il complesso avrebbe invece subito dei danni importanti dal terremoto.
E’stato fatto un ricorso al Tar che però ha avvallato le tesi della Regione. Ora la Fondazione ha fatto ricorso al Consiglio di Stato.