Lavoro, Cisl: nel Mantovano sempre più su i contatti flessibili . In calo gli occupati stabili

MANTOVA – L’andamento del mercato del lavoro del mese di maggio 2022, sulla base dello studio dei dati del sistema Sistal di Regione Lombardia, presenta il seguente quadro: le proroghe sono aumentate passando 34.174 nel 2021 ai 42.350 nel 2022 con un aumento del 23,9%; le cessazioni sono passate dalle 108.490 unità del 2021 ai 137.824 del 2022 per un aumento del 27,0%. Le assunzioni sono incrementate passando da 129.185 del 2021 ai 147.590 del 2022 con un aumento del 14,2%; le trasformazioni sono aumentate da 8.635 del 2021 a 16.511 nel 2022 pari ad un incremento del 91,2%; Il saldo fra assunzioni e cessazioni è leggermente negativo e segna 9.766 assunzioni.

Nello specifico, sul territorio di Mantova, le proroghe sono aumentate passando 1316 nel 2021 ai 1.674 nel 2022 con un aumento del 27,2%; le cessazioni sono passate dalle 4286 unità del 2021 ai 4868 del 2022 per un aumento del 13,6%. Le assunzioni sono incrementate passando da 4828 del 2021 ai 5702 del 2022 con un aumento del 18,1%; le trasformazioni sono aumentate da 287 del 2021 a 589 nel 2022 pari ad un incremento del 105,2%; Il saldo fra assunzioni e cessazioni è segna + 834 assunzioni.

I settori presentano i seguenti andamenti: il settore servizi e commercio ha avuto un saldo leggermente positivo nelle assunzioni pari a 18,8% con 3366 assunzioni nel 2022 rispetto ai 2833 del 2021. Le cessazioni sono passate dai 2558 del 2021 ai 2801 del 2022 facendo segnare un aumento del 9,5%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo con + 565 assunti.
Le costruzioni, hanno visto una crescita delle assunzioni attestandosi a 318 del 2022 rispetto ai 243 del 2021 pari ad un +30,9%. Le cessazioni sono aumentate e nel 2022 sono state 297 rispetto alle 182 del 2021 pari ad un aumento del +63,2%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è negativo e segna +21 occupati.
L’industria ha visto una crescita degli avviamenti, i quali sono passati dai 1075 del 2021 ai 1215 del 2022 con un aumento del 13,0%; le cessazioni sono aumentate del 22,4% e sono passate dai 1022 del 2021 ai 1251 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è leggermente negativo e segna – 36 assunzioni.
Infine, il settore dell’agricoltura ha riscontato un aumento nelle assunzioni, che sono state 677 nel 2021, mentre nel 2022 sono state 803. Le cessazioni sono leggermente diminuite passando dai 524 del 2021 ai 519 del 2022 pari ad un calo del 1,0%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo pari +284 assunzioni.
Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: l’apprendistato riscontra un aumento delle assunzioni pari al 23,2% passando da 138 unità nel 2021 ai 170 nel 2022. Le cessazioni sono passate dalle 121 nel 2021 alle 137 del 2022 con un aumento del 13,2%.
Le assunzioni con i contratti tempo indeterminato sono incrementate del 32,0% passando dai 776 del 2021 ai 1024 del 2022. Le cessazioni sono passate dai 1014 del 2021 ai 1252 nel 2022 con una crescita del 23,5%.
Complessivamente i contratti stabili hanno registrato una crescita nelle assunzioni pari al 30,6% passando dai 915 del 2021 ai 1194 del 2022, così come un aumento delle cessazioni pari al 22,4% passando dai 1135 del 2021 ai 1389 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni nel 2022 ha prodotto -195 occupati. Questo a causa di un calo delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato pari a -228, mentre i contratti di apprendistato sono aumentati di 33 unità.
I contratti flessibili presentano una crescita nelle assunzioni che nel 2021 sono state 3914 rispetto ai 4508 del 2022 con un incremento del 15,2%, anche le cessazioni sono incrementate pari al 10,4% passando da 3151 nel 2021 ai 3479 del 2022.
Le diverse tipologie di contratto flessibile hanno avuto il seguente andamento: le assunzioni con contratti di somministrazione sono decresciute passando dai 728 del 2021 ai 606 del 2022 con un calo del 16,8% e le cessazioni si sono ampliate del passando dai 590 del 2021 ai 757del 2022 pari al 28,3%. I lavori a progetto sono passati dai 33 del 2021 ai 37 del 2022, mentre le cessazioni sono aumentate passando dalle 45 del 2021 a 66 del 2022. Infine, le assunzioni nei contratti a tempo determinato sono passate da 3153 nel 2021 ai 3865 nel 2022 con un aumento minimo del 22,6%, così pure le cessazioni sono passate da 2516 nel 2021 ai 2656 del 2022 pari a +5,6%. Dal confronto fra i contratti flessibili e risulta un saldo positivo con +1209 assunzioni.

In Lombardia le proroghe segnano una aumento del 23,9% e in Provincia di Mantova la crescita è pari al 27,2%. Le assunzioni al livello regionale sono cresciute del 14,2%, mentre nel mantovano sono aumentate del 18,1%; le cessazioni a livello lombardo sono incrementate del 27,0% e nel territorio mantovano sono salite del 13,6%. Infine, le trasformazioni in Lombardia hanno segnato ancora una forte crescita pari al 91,2%, così pure a Mantova, dove si è riscontrato un aumento del 105,2%.

“Dal confronto – commento il segretario della Cisl Asse del Po Dino Perboni – emerge che la Provincia di Mantova, è in linea con quanto riscontrato a livello regionale.
La situazione riscontrata, mostrano una tenuta complessiva del mercato del lavoro, con una forte crescita dei contratti a tempo determinato (+1209 assunzioni). Tuttavia, il dato preoccupante è il costante calo dei contratti a tempo indeterminato (-195 occupati) e nel settore dell’industria, che notoriamente è uno dei driver dell’economia .

Per favorire un’occupazione stabile prosegue Perboni – occorre dare attuazione ai progetti previsti dal PNRR come la digitalizzazione; l’implementazione delle energie alternative; la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche quali il raddoppio ferroviario della Mantova-Cremona-Milano, così come dell’autostrada CR-MN, nonché di politiche nazionali di contenimento del costo dell’energia e di taglio del cuneo fiscale.

Il quadro di incertezza determinato dalla crisi di Governo, rappresenta una forte fonte di preoccupazione. Non si possono vanificare nel falò dell’irresponsabilità gli sforzi e le fatiche dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese, così come non si possono gettare nelle ortiche – conclude Perboni – l’opportunità, irripetibile, che le risorse e i progetti del PNRR possano dare al nostro Paese”.