Lavoro: nel Mantovano assunzioni in aumento di oltre 2mila unità nel 2023. Boom contratti a progetto

Il segretario generale della Cisl Asse del Po Dino Perboni

MANTOVA – Trend positivo per il mercato del lavoro nel Mantovano, anche se calano i contratti a tempo indeterminato. Al contrario, si registra una forte crescita dei contratti a progetto, che aumentano di quasi 4 volte. Positivo il saldo tra assunzioni e cessazioni, che nel 2023 segna un +2.175 contratti.

Le elaborazioni del centro studi Cisl, basati sui dati di Regione Lombardia, mostrano che le proroghe sono aumentate del 3.2%, passando dalle 19.793 nello stesso periodo del 2022 alle 20.427 nel 2023; le assunzioni sono aumentate del 2,2%, ossia dalle 67.419 del 2022 alle 68.909 del 2023. Le cessazioni sono cresciute in modo lieve +0,1% passando dalle 66.646 del 2022 ai 66.734 del 2023. Infine, le trasformazioni hanno registrato un incremento del 22,5% portandosi dalle 5.799 del 2022 alle 7.103 nel 2023.

Il mercato del lavoro regionale riscontra un andamento non disgiunto da quello mantovano: le proroghe sono cresciute del 5,2% e sono passate dai 510.433 del 2022 ai 537.126 del 2023. Le cessazioni hanno riscontrato una crescita del 1,5% passando da 1.769.615 del 2022 ai 1.765.937 del 2023. Le assunzioni sono passate dalle 1.833.849 del 2022 ai 1.858.553 del 2023 per un aumento del 1,3%. Le trasformazioni sono cresciute del 28,3% portandosi da 155.082 del 2022 a 198.893 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’anno 2023 segna un aumento delle assunzioni pari a +62.616 contratti di lavoro.

Questi gli andamenti per singoli settori, a livello provinciale: servizi e commercio hanno avuto un saldo positivo nelle assunzioni pari 5,0% passando da 41.036 nel 2022 ai 43.079 del 2023. Le cessazioni sono aumentate dalle 40.603 del 2022 si è passati alle 41.397 del 2023 con una crescita del 13,9%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta una aumento delle assunzioni pari a +1.682 avviamenti.

Le costruzioni, hanno visto una crescita delle assunzioni pari al 2,1%, passando dalle 3.711 nel 2022 alle 3.789 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 9,7%: nel 2022 sono state 3.264 rispetto alle 3.580 del 2023. Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un aumento degli avviamenti pari a +209 assunzioni.
L’industria ha riscontrato una calo delle assunzioni pari a meno 5,1%, passando dalle 13.777 del 2022 ai 13.077 del 2023. Le cessazioni sono calate del 5,9% e sono passate da 13.703 del 2022 ai 12.894 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un +183 avviamenti.
Infine, il settore dell’agricoltura ha riscontato una diminuzione degli avviamenti pari all’0,1% passando da 8.857 nel 2022 ai 8.852 assunti del 2023. Le cessazioni sono diminuite del 2,8%, passando dai 9.030 del 2022 ai 8.774 del 2023. Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna un +78 assunzioni.
Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: l’apprendistato riscontra una diminuzione delle assunzioni pari a meno 4,3% passando dai 2.291 nel 2022 ai 2.193 nel 2023. Le cessazioni sono passate dalle 1.600 nel 2022 alle 1.638 del 2023 con una crescita del 2,4% . Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna un aumento pari a +555 avviamenti.
Le assunzioni con i contratti tempo indeterminato sono in calo del 4,4% passando da 13.040 del 2022 ai 12.472 del 2023. Le cessazioni sono passate dai 15.143 del 2022 ai 14.841 nel 2023 con una diminuzione del 2,0%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna una riduzione delle assunzioni pari a -2.369.
Complessivamente i contratti permanenti hanno registrato una abbassamento delle assunzioni pari al 4,3% passando dai 15.331 del 2022 ai 14.665 del 2023; le cessazioni hanno subito una riduzione pari al 1,6% passando dai 16.743 del 2022 ai 16.479 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 segna una perdita di -1.814 assunzioni.
I contratti flessibili presentano una crescita delle assunzioni del 4,1% passando dalle 52.088 del 2022 ai 54.244 del 2023; le cessazioni sono leggermente aumentate del 0,7% passando dai 49.903 nel 2022 ai 50.255 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni segna un + 3.989 contratti flessibili.
La dinamica nei specifici contratti flessibili è la seguente: le assunzioni con contratti di somministrazione sono passati dai 7.285 del 2022 ai 6.660 del 2023 con un calo dell’8,6%; le cessazioni sono calate del 3,3% passando dai 7.109 del 2022 ai 6.872 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni segna -212 assunti.
Le assunzioni nella formula dei lavori a progetto sono schizzate al 376,1% passando dalle 719 nel 2022 alle 3.423 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 220,7% passando dai 605 del 2022 ai 1.040 del 2023.
Per quanto riguarda le assunzioni con i contratti a tempo determinato, le assunzioni sono passate dai 44.084 del 2022 ai 44.161 nel 2023 con un aumento dell0,2%, mentre le cessazioni sono passate da 42.189 nel 2022 ai 41.443 del 2023 pari ad una diminuzione dell’1,8%. Il saldo delle assunzioni e cessazioni del 2023 segna una crescita dei contratti a termine pari a +2.718 assunzioni.

“Il 2023 conferma la crescita delle assunzioni che si era già riscontrato nei vari mesi dell’anno passato – osserva il segretario di Cisl Asse del Po Dino Perboni -. Questo trend è dovuto in modo particolare alla crescita delle trasformazioni (da tempo determinato a tempo indeterminato), dall’aumento delle proroghe (rinnovo dei contratti flessibili) e dall’incremento generato dalle nuove assunzioni; parallelamente, le cessazioni sono cresciute di pochissimo. Anche questo è un fatto positivo, visto che dopo lo sblocco dei licenziamenti c’era stata un forte crescita delle cessazioni. Per quanto riguarda i contratti impiegati, la tipologia maggiormente utilizzata è quelli dei contratti flessibili rispetto ai contratti a stabili. Le aree economiche che hanno visto un maggiormente il calo delle assunzioni sono stati il settore dell’industria e dell’agricoltura. Indubbiamente la crescita dell’occupazione è un fatto positivo, ma questa per essere fattore di crescita e di sviluppo socio-economico consolidato ha bisogno di essere stabile e duratura e non precaria. Per questo è necessario una crescita occupazionale con contratti a tempo indeterminato e di qualità che diano futuro e prospettiva, in particolare al mondo femminile e a quello giovanile. Per tali ragioni, ribadiamo la nostra proposta, ossia che al territorio mantovano serve un Sistema a Rete (Agenzia per lo sviluppo), che riunisca attorno ad un medesimo tavolo istituzioni, imprese, sindacati, modo della formazione, dell’università, sistema del credito per concepire insieme lo sviluppo e la crescita del territorio, per attrarre investimenti che creino lavoro ed opportunità e per far crescere in questo modo la permanenza dei giovani nel territorio. Questo quadro d’insieme, non può essere disgiunto dalla necessità dei collegamenti viabilistici quali la realizzazione del sistema ferroviario Mi-Cr-Mn e dell’autostrada Cremona-Mantova quale fulcro di connessione dal cuore della Lombardia al Porto di Valdaro e da qui al mare”.

(Adnkronos)