Le Fondazioni delle Rsa si appellano a famiglie, enti e sindacati: “Uniamo le forze per superare questa emergenza sanitaria”

MANTOVA –  “C’è bisogno di una mobilitazione generale che unisca i cda, i dipendenti, le famiglie degli ospiti e gli enti locali per superare uno dei momenti più difficili della storia recente. Anche le organizzazioni sindacali che rappresentano gli utenti delle rsa sono chiamate a superare inutili contrapposizioni per affrontare i veri problemi del settore”. E’ solo una parte dell’appello lanciato dalla Apromea (associazione provinciale Mantovana Enti assistenziali) e dall’Uneba sezione di Mantova (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) in riferimenti alle condizioni socio- economiche che, a causa dell’emergenza, stanno affrontando in questi mesi le Fondazioni che gestiscono le case di riposo
“In questo mese i consigli di amministrazione delle Fondazioni che gestiscono le Rsa stanno approvando i bilanci di previsione per l’anno prossimo. Il 2021, così come il 2020, sarà fortemente condizionato dall’emergenza pandemica che sta lasciando ferite profonde sulle gestioni dei servizi per gli anziani e i disabili – spiegano dalle associazioni -. Sull’argomento, mai come in questi mesi i “media” si sono occupati delle case di riposo con accenti giustamente preoccupati e talvolta scandalistici. Meno noti sono i danni economici che la pandemia ha creato e continuerà a creare almeno per l’anno prossimo. Molti dei servizi offerti dai gestori sono stati sospesi durante i mesi da marzo ad agosto per effetto di decisioni normative o per scelta prudenziale degli amministratori. Inoltre, a fronte di un forte incremento delle spese dovuto al massiccio acquisto di dispositivi di protezione e di sanificanti, si è registrata una consistente minore entrata causata dal blocco del turn over degli ospiti imposto dalla regione Lombardia, con conseguente drastica riduzione degli incassi per rette e trasferimenti regionali. I “ristori” finora riconosciuti o promessi dalla Regione hanno attenuato ma non annullato l’impatto. In particolare, resta del tutto irrisolto il problema dei mancati introiti per le rette, che rappresentano una voce più consistente rispetto ai trasferimenti regionali per le rsa. Su questo al momento né la Regione, né lo Stato hanno anche lontanamente ipotizzato una qualche forma di ammortizzatore. I risultati previsti per l’anno in corso saranno pertanto sensibilmente deficitari e saranno sostenuti solo grazie al ricorso ad accantonamenti o con riduzione del capitale. L’anno prossimo, inoltre, le fondazioni dovranno obbligatoriamente lasciare liberi molti posti letto per isolare i pazienti in presenza di sintomi suggestivi per Covid-19 o anche solo per periodi di quarantena cautelare. Il divario tra entrate e uscite nel 2021 porterebbe a incrementi di rette superiori ai 5 euro al giorno, con esborsi a carico delle famiglie non sostenibili in questo contesto di crisi generalizzata. Alcuni Comuni hanno deciso meritoriamente di contribuire in via straordinaria alle maggiori spese delle R.S.A. del loro territorio, ma non basta. La Regione e il Governo non possono ignorare una realtà che solo in Lombardia assiste quotidianamente più di 50 mila non autosufficienti.
C’è bisogno di una mobilitazione generale che unisca i C.D.A., i dipendenti, le famiglie degli Ospiti e gli enti locali per superare uno dei momenti più difficili della storia recente.
Anche le organizzazioni sindacali che rappresentano gli Utenti delle R.S.A. sono chiamate a superare inutili contrapposizioni per affrontare i veri problemi del settore”.

 

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