“Limbo”, l’uomo che arretra nei giorni del Covid… lettera aperta di un malato oncologico mantovano

MANTOVA – Sono parole che leggi tutto d’un fiato e che quando sei arrivato alla fine pensi “ricomincio”. Perchè capisci che leggerle una volta in più può aiutarti, può farti capire, può farti dire in silenzio “grazie” perchè comprendi subito che sono un regalo bellissimo.
“Limbo” è la riflessione di un malato oncologico mantovano sul coronavirus raccontata con la saggezza del cuore.…. è un’esortazione bellissima, profonda, a tratti anche dura che ci indica l’unica strada verso il domani …essere o forse tornare a essere “custodi del creato nel rispetto del Creatore” ….

LIMBO

Quello che sto scrivendo non piacerà a tanti e sembrerà fantasia.
Ma questo è.
La considero un’evidenza.
E le evidenze non sono opinabili. Le evidenze sono e basta, come una TAC.
In questi giorni i cigni sono sui navigli. Le scimmie stanno entrando nelle città indiane. I cervi fanno giretti per Bologna. Gli scoiattoli popolano i parchi. Le balene passano per lo stretto di Messina.
E ci sarebbe certamente dell’altro di strano a me sconosciuto …
L’uomo arretra o si ferma e gli animali tornano negli habitat da cui li abbiamo scacciati. Cacciandoli.
La fisica non ammette vuoti, se lasci uno spazio vuoto qualcos’altro lo riempie.
La natura torna nei vuoti lasciati liberi dall’uomo. Anzi, la natura ha ricacciato l’uomo nei suoi confini con una sua arma: il virus.
Questa bestia ha fatto un salto tra una specie e l’altra. È l’azione umana che glielo ha consentito. È l’uomo che ha manipolato la natura a suo uso e consumo, superando il limite.
L’uomo é al centro del Creato, ma proprio per questo ha una missione: custodire il Creato, usarlo ma non abusarne. Rispettarlo e difenderlo.
L’uomo non ha il mandato di stuprare il Creato e quando la sua arroganza lo porta a sostituirsi a Dio viene punito. Non da Dio, ma da se stesso in quanto lui é parte della Natura, non è altro rispetto ad essa.
Per questo, corrompendo le regole naturali l’uomo fa male in primis a se stesso.
Il vuoto viene sempre riempito, la natura riprende sempre il suo posto in un modo o nell’altro e l’equilibrio naturale viene ristabilito, in un modo o nell’altro. Può essere un virus o un cataclisma, un incidente industriale o nucleare. Ma alla fine l’equilibrio torna.
Questa è la macchina perfetta, questa è la perfezione di Dio.
E l’uomo non può nulla di fronte a ciò, se non essere consapevole dei propri limiti.
Pensavamo di essere tutto e siamo niente…

UN MALATO ONCOLOGICO MANTOVANO