MILANO – “Andare a messa? Pericoloso come andare allo stadio”. È destinata a far discutere la dichiarazione di Massimo Galli, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano:
“Non si può in questo momento consentire la libertà di culto. Lo dico da laico e ateo, ma con un profondo rispetto verso le sensibilità altrui. Sto dicendo che qui mi pare che si giri un interruttore. Non si può passare da tutto chiuso a tutto aperto in pochi giorni“.
Secondo Galli “la messa, seppur distanziata, crea momenti di concentrazione di persone che non possono essere paragonati per la qualità dell’ esigenza a una partita di calcio o un concerto. Ma come qualità del pericolo sì. Sono uguali”
Galli ha poi aggiunto: “È una questione di grande delicatezza. Come gli ammalati possono partecipare alle messe in tv se si trovano in ospedale, altrettanto dovrebbe accadere adesso in questa prima Fase 2. Se l’ adempimento del sacramento è considerato assolto per chi sta in un letto di ospedale in quanto è impedito ad andare in chiesa, allo stesso modo dovrebbe capitare adesso visto che c’ è il forte rischio che si ammali”.