L’INPS: possibile richiedere Cig per temperature elevate. E alla Relevi lunedì sciopero-bis

I datori di lavoro potranno chiedere la cassa integrazione (CIG) per temperature elevate, anche quando il caldo, pur non superando i 35 gradi reali, viene percepito come tale a causa dell’uso di macchinari che generano calore o dispositivi di protezione come tute e caschi. A chiarirlo è l’INPS, con il messaggio n. 2130 del 3 luglio 2025, rivolto alle aziende che possono accedere al trattamento CIGO, all’assegno di integrazione salariale del FIS o ai Fondi di solidarietà bilaterali.

Il documento specifica che è possibile attivare la causale “evento meteo – temperature elevate” ogni volta che il caldo rende le condizioni di lavoro insostenibili, anche se si tratta di una condizione percepita, e non di una temperatura oggettiva rilevata. Un passaggio che amplia la possibilità di tutela per i lavoratori esposti, soprattutto in settori produttivi dove il microclima interno può superare di molto i valori esterni.

L’INPS segnala inoltre la possibilità di fare istanza anche con la causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”, ma in questo caso è necessario che vi sia un’ordinanza esplicita che definisca tempi e modalità della sospensione.

Una misura simile è prevista anche per le imprese artigiane non edili: il Fondo FSBA prevede infatti un assegno di integrazione salariale proprio per la causale “temperature elevate”, andando così a coprire una platea altrimenti esclusa dalla CIGO ordinaria.

Nel frattempo, anche se in questo weekend il caldo si attenuerà, le alte temperature continuano a creare disagi nei luoghi di lavoro. In particolare, nelle fabbriche con turni notturni, dove il caldo non dà tregua nemmeno dopo il tramonto. Alla Relevi, a distanza di una settimana dal primo sciopero, i lavoratori torneranno a incrociare le braccia: lunedì è previsto un nuovo sciopero di due ore, proclamato dalle segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, per denunciare condizioni di lavoro non più sostenibili.