Lopalco: “Plasma non è la soluzione perché la disponibilità è scarsa”. Robbio (Pv): “salveremmo 800 vite con questa terapia ma non ce lo permettono”

Lopalco: “Plasma non è la soluzione perché la disponibilità è scarsa”. Intanto un sindaco denuncia:

MANTOVA – La cura del covid con il plasma iperimmune continua a rimanere alla ribalta delle cronache. Mentre a Mantova si attendono i risultati della prima sperimentazione condotta insieme al Policlinico San Matteo di Pavia, che comunque dalle anticipazioni già si sa che ha dato risultati molto incoraggianti azzerando la mortalità tra tutti i pazienti inseriti nel protocollo, medici e scienziati continuano ad esprimersi più o meno a favore della terapia.
Questa mattina, ad intervenire, ospite di “24 Mattino” su Radio 24. è stato Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile salute dell’emergenza Covid della Regione Puglia. L’esperto ha dichiarato:“non è la soluzione al problema” coronavirus anche perché c’è “un grosso problema legato alla disponibilità del plasma. L’evidenza iniziale di efficacia di questa terapia è abbastanza buona quindi è sicuramente un’arma in più, soprattutto per curare i casi più seri. Resta il grosso problema legato alla disponibilità del plasma: ci devono essere i donatori che devono essere soggetti guariti da poco, perché la quantità di anticorpi nel sangue tende a diminuire, e gli anticorpi nel plasma devono essere di qualità e quantità sufficiente per essere utilizzati nella terapia” ha sottolineato Lopalco.
Intanto, proprio a proposito di disponibilità di donatori, Roberto Francese, sindaco di Robbio, piccolo comune in provincia di Pavia e primo in Lombardia a effettuare il test sierologico ai suoi residenti, fa sapere di avere “400 ‘vaccini umani’” pronti a salvare vite attraverso la donazione del loro plasma ma che non possono farlo a causa della burocrazia. 
“Ogni donatore potrebbe salvare due malati – dichiara – ma non ce lo permettono perché il protocollo prevede che vadano bene solo i test fatti dalla Diasorin, unica accreditata dalla Regione. Io non ho problemi a farli rifare e a pagare di tasca mia anche quelli della Diasorin ma nessuno ci dà indicazioni. Ho scritto più volte all’assessore Gallera chiedendogli perché non approfittiamo di questa opportunità di salvare delle vite ma non ho mai ottenuto risposta. Adesso il vice presidente della Regione Fabrizio Sala si è interessato al problema e spero quindi che qualcosa si muova ma è una situazione assurda”
Dai nostri test non validati ma con marchio CE, alcuni già autorizzati dall’Emilia Romagna – spiega il primo cittadino –  risultano 400 cittadini con valori altissimi di anticorpi IgG, cioé quelli che indicano un’infezione che si è verificata molto tempo prima. Hanno tutti espresso la volontà di donare il loro plasma al Policlinico San Matteo di Pavia, dove questa cura sta ottenendo eccellenti risultati, ma non possono. Se poi gli anticorpi diminuiranno di chi sarà la colpa dei morti?. Possiamo salvare delle vite insieme ma bisogna partire subito per rispettare i protocolli”.

 

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