Mais, Coldiretti Mantova: produzioni in calo del 20-30% sul 2023

MANTOVA – Il bilancio della stagione del mais, a raccolta non ancora ultimata, non è di quelli da incorniciare. Il sondaggio fra i produttori di mais di Coldiretti Mantova ha i contorni tratteggiati dal segno negativo e si parla di produzioni in flessione fra il 15 e il 30% rispetto alle rese del 2023. “Molto dipende dalle zone – afferma Fabio Mantovani, presidente provinciale di Coldiretti -. Sui terreni ghiaiosi, seppure a fatica, i volumi raccolti sono stati di poco inferiori all’anno scorso. E questo grazie alla facilità di drenaggio. Laddove, al contrario, i terreni sono caratterizzati da una trama pesante, per i primi raccolti si può parlare di un calo superiore al 30%, mentre sui secondi raccolti siamo intorno al -15/-20 per cento”.
Annata in balia dei cambiamenti climatici, commenta Fabio Perini, cerealicoltore e presidente di Coldiretti Castellucchio, che si allinea a perdite intorno al -20% e anche -30% e, “dove si sono abbattute grandine e trombe d’aria il bilancio è ancora più negativo”.
Area della provincia differente, stesso mantra ribassista anche in quel di Castiglione delle Stiviere, dove l’allevatore Mauro Vivaldini, presidente della sezione locale di Coldiretti, lamenta perdite del 20-30% e qualità altalenante.
Dalla siccità terribile del 2022 all’eccesso di pioggia del 2024, “con le prime semine che in alcuni campi sono finite in asfissia radicale e, dove si sono riprese, hanno comunque risentito dello choc rimanendo più basse e con una produzione più esigua”, dice Enrico Treccani, imprenditore di Castel Goffredo e vicepresidente di Coldiretti Mantova.

Da commodity a specialty – alleanza fra cerealicoltori e allevatori per le filiere Dop

È il presidente di Coldiretti, Fabio Mantovani, che invita il mondo agricolo a compiere un salto di qualità, avanzando la proposta di realizzare un’alleanza fra produttori di mais e allevatori per una filiera territoriale destinata alle produzioni legate al sistema delle Denominazioni di origine protetta, dai formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano ai prosciutti di Parma e San Daniele e a tutta la salumeria Dop.
“Il territorio mantovano ha una forte vocazione produttiva verso le Dop, con esportazioni agroalimentari trascinate dall’alta qualità – spiega Mantovani -. Sarebbe opportuno creare alleanze fra i cerealicoltori e gli allevatori per assicurare ai primi un risparmio gestionale grazie alla fornitura di reflui zootecnici in sostituzione di una quota di fertilizzanti chimici, mentre dall’altro lato bisognerebbe creare canali stabili di fornitura di mais e cereali ottenuti sul territorio agli allevamenti. Questo svilupperebbe una filiera a km0 con effetti positivi sui trasporti, sulla riduzione delle emissioni, sulla territorialità degli approvvigionamenti. Agricoltura e zootecnia possono rappresentare due sistemi che si muovono in simbiosi, così da garantire maggiore valore aggiunto per la cerealicoltura e gli allevamenti”.