“Mantova furiosa”: questa sera protesta simbolica dei commercianti per il lockdown

MANTOVA – “Rossi sì, ma di rabbia!”, “Migliaia di serrande abbassate per sempre!”, “Se mi costringi a chiudere, mi devi aiutare a riaprire!”, “Il lavoro è un diritto che mi state negando”. Sono questi alcuni degli slogan della protesta simbolica “#Mantovafuriosa” di commercianti ed esercenti cittadini promossa da Confcommercio Mantova.

Alla vigilia dell’avvio del lockdown in tutta la Lombardia, decretata dal Governo area ‘rossa’, questa sera, alla chiusura, gli imprenditori della città capoluogo allestiranno a lutto con nastri e fiocchi neri e cartelli che ricordano annunci funebri le vetrine di negozi e locali.

“Abbiamo chiamato questa iniziativa ‘Mantova furiosa’ perché ben rappresentativa del nostro stato d’animo nei confronti di una decisione, quella di inserire Mantova nelle zone rosse, totalmente ingiusta e priva di fondamento – commenta Stefano Gola, vicepresidente di Confcommercio con delega al territorio – Nessuno vuole mettere in contrapposizione economia e tutela della salute, ma bisogna prendere atto che migliaia di imprese sono già piegate da mesi di sofferenza e c’è il pericolo concreto di gravissime ricadute occupazionali nel terziario che nella nostra provincia dà lavoro a migliaia e migliaia di persone. I ristori previsti dal Governo non sono sufficienti: è impensabile non intervenire con nuove misure di sostegno per chi chiude. Ma è fondamentale che queste misure siano adeguate e tempestive. A rischio c’è la tenuta non solo economica, ma anche sociale di Mantova, della Lombardia e di tutto il Paese”.

Qualche dato sulle ripercussioni dell’istituzione della zona rossa in Lombardia sulle attività colpite in questo mese dalle chiusure: oltre 3,8 miliardi di euro di fatturato saranno di fatto bruciati con la serrata obbligatoria di molti esercizi commerciali al dettaglio, tra cui la pressoché intera filiera dell’abbigliamento, e delle attività di somministrazione. Complessivamente saranno costrette alla chiusura 102.542 attività in tutta la regione, che perderanno il 9% del loro fatturato annuo. Da ricordare infine che il terziario lombardo dà lavoro a 2 milioni e 265 mila persone.