Mantova la seconda provincia lombarda per numero di agriturismi ma pesa la mancanza di turisti stranieri

MANTOVA – Mantova è la seconda provincia lombarda per numero di agriturismi: nel 2019 erano 236 le aziende attive, pari al 14% dei quasi 1.700 agriturismi lombardi e a poco meno dell’1% del totale nazionale.
L’offerta degli agriturismi mantovani può contare su oltre 2.900 posti letto e 136 piazzole di sosta che rappresentano rispettivamente il 20% e il 25% del totale regionale; i posti a tavola sono invece oltre 4.600 (11% del totale regionale).
Il settore, nell’ultimo decennio, ha visto crescere il numero di aziende del 19% e anche tutte le tipologie di servizi offerti con la capacità di accoglienza (posti letto e piazzole di sosta) che è aumentata notevolmente. Questi i dati presentati durante il webinar del Consorzio agrituristico mantovano. 

Non a caso, prima del Covid-19, anche i numeri della domanda di servizi agrituristici per la provincia di Mantova evidenziavano una continua crescita significativa, arrivando a superare nel 2019 i 43mila ospiti su base annua per oltre 120mila pernottamenti con incrementi, rispetto al 2009, rispettivamente del 62% e del 33%. In particolare, gli ospiti stranieri – soprattutto tedeschi, olandesi e israeliani – si sono più che raddoppiati nell’ultimo decennio arrivando a rappresentare circa il 30% del mercato. Nello stesso periodo la crescita del numero di pernottamenti è stata sostenuta quasi esclusivamente dagli ospiti internazionali che nel 2019 rappresentavano il 46% del totale.

Proprio la pandemia ha duramente colpito le aziende: agriturismi e fattorie didattiche sono stati duramente colpiti, in particolare quelli che hanno deciso di affiancare all’attività agricola numerose tipologie di servizi imperniati sull’accoglienza e sull’ospitalità che, per ovvie ragioni, nel corso del 2020 hanno avuto un brusco arresto.
Il periodo estivo ha visto una leggera ripresa dei flussi turistici, soprattutto grazie agli italiani e ai bacini di utenza urbani di prossimità (Bologna, Milano, ecc.) ma l’assenza quasi totale di turisti stranieri ha determinato, un volume di ricavi comunque inferiore a quello degli anni precedenti.
Da una indagine realizzata dalla Rete Rurale Nazionale a ottobre 2020, alla quale hanno partecipato oltre 500 agriturismi italiani, è emerso che l’86% delle imprese intervistate ha registrato una diminuzione complessiva dei ricavi dall’inizio della pandemia. Altrettanto importante è stata l’entità della diminuzione del volume degli affari: quasi un terzo delle imprese hanno registrato un calo di fatturato superiore al 50%; la quota di imprese con una diminuzione maggiore del 30% supera i due terzi (67,3%).

Positiva la vendita diretta dei prodotti delle aziende agricole, che sembra essersi però un po’ appiattita per l’esaurirsi dell’effetto novità sia perché sono scese in campo le catene della GDO hanno potenziato i propri servizi di delivery adeguandoli alle mutate esigenze del mercato.