MARCARIA – Una bomba è già stata trovata e al di sotto ce n’è un’altra ma intorno con grande probabilità potrebbero essercene altre ancora. Sono gli ordigni inesplosi rinvenuti questa mattina a Marcaria vicino all’argine dell’Oglio, non lontano dalla massicciata dell’attuale ponte ferroviario, durante le operazioni di bonifica bellica collegate ai lavori del raddoppio ferroviario.
La bonifica avviene attraverso l’utilizzo di metal detector molto sensibili e uno di questi stamani ha iniziato a sibiliare rivelando la possibile presenza di un ordigno confermata poi anche da altre strumentazioni. L’area è stata quindi subito transennata e sul posto sono arrivati i carabinieri, il sindaco di Marcaria Carlo Alberto Malatesta e gli agenti della Polizia Locale con il comandante Monica Allegri. Nel pomeriggio sono poi giunti gli artificieri da Cremona.
Il primo ordigno, scoperto a una profondità di circa mezzo metro, è una bomba americana di 500 libbre lanciata con grande probabilità da un arereo durante le incursioni degli Alleati nella Seconda guerra mondiale. L’altro ordigno sarebbe vicinissimo al primo ma a una profondità maggiore e, dalle prime informazioni, non sarebbe americano. Si ipotizza quindi che possa essere di fabbricazione inglese visto che i raid aerei in questa zona durante l’ultimo conflitto bellico hanno visto quasi sempre l’aviazione dell’esercito Alleato protagonista. Solo domani però, con la ripresa delle operazioni di scavo, si potrà sapere di che bomba si tratta.
Il sindaco Malatesta ha dichiarato che “si aspettava questa evenienza visto che il territorio di Marcaria è stato appunto teatro di molti bombardamenti durante l’ultima guerra, soprattutto a ridosso dell’Oglio”.
Il ponte ferroviario fu infatti bombardato almeno cinque o sei volte e altrettante ricostruito dai tedeschi, o meglio da operai italiani (la Todt organizzazione del lavoro forzato) su ordine dei tedeschi. Dopo un bombardamento il ponte rimase pericolante: fu allora che una locomotiva e il carrello porta carbone precipitarono nel fiume. Era il 4 novembre 1944 e nell’incidente, con il ponte che si trasformò in una trappola mortale, persero la vita l’aiuto macchinista Nello Damiani, di 39 anni, e il macchinista Angelo Fincato, di 45 anni costretti dai tedeschi a salire sul treno nonostante si fosse a conoscenza delle precarie condizioni del ponte. La locomotiva è ancora sott’acqua ed è riemersa con le grandi siccità degli ultimi anni.
Tutto il territorio di Marcaria era comunque molto soggetto ai bombardamenti: i più anziani, allora solo bambini, ricordano bene le tante incursioni di “Pippo”, il tristemente famoso bombardiere notturno (anche se in verità non era solo uno ma molti) che dall’imbrunire all’alba sganciava bombe ovunque vedesse luci segni di movimenti.
A causa del ritrovamento degli ordigni i lavori del raddoppio subiranno degli slittamenti.