MANTOVA – E’ approdata anche nel mantovano un’operazione condotta dalla Polizia di Stato, che ha finalizzato un’estesissima ed assai complessa indagine condotta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Verona e Venezia, in collaborazione anche con la Squadra Mobile mantovana, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, diretta ad infliggere un durissimo colpo ad una locale ‘ndranghetista infiltratasi nelle province del nord est – tra cui anche quella mantovana – che ha portato complessivamente all’esecuzione di 17 custodie cautelari in carcere, ristretto 6 soggetti agli arresti domiciliari e sottoposto altri 3 indagati all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, oltre che consentire il sequestro preventivo di beni immobili e società di ingentissimo valore, per oltre 15 milioni di euro.
All’alba della scorsa notte è stata eseguita nel Comune di San Giorgio Bigarello una perquisizione personale e domiciliare nei confronti di A.C., classe 1955, finalizzata alla ricerca di materiale e documentazione comprovante il riciclaggio di denaro e la commissione di altre gravi irregolarità contabili a favore della cosca Arena-Nicoscia, di Isola di Capo di Rizzuto, procedendo quindi al sequestro nei suoi confronti della totalità delle quote di una società utilizzata come “cartiera”, ovvero creata appositamente dalla malavita organizzata al solo scopo di utilizzarla per l’emissione di fatture false.
Inoltre, a Cavriana sono stati posti sotto sequestro preventivo 5 immobili di pregio, sempre provento di varie e complesse attività illecite, appartenenti ad un’altra società commerciale le cui quote, seppure fittiziamente intestate, sono riferibili ad un altro sodale della cosca, V.S., classe 1984.
Questa associazione a delinquere da oltre 3 anni riciclava in tal modo i proventi del narcotraffico, delle estorsioni e di numerosi altri reati organizzati da una vasta e ben strutturata rete criminale.
L’operazione di Polizia, infatti, condotta attraverso mirate attività info-investigative, nel corso del suo articolato sviluppo, ha consentito di delineare un quadro assai dettagliato circa la sussistenza, in varie province del Veneto ed in altre limitrofe, di un’associazione di stampo mafioso dedita alla commissione di svariati reati.
Questo sodalizio delinquenziale, composto in gran parte dagli affiliati stessi, era destinato ad agevolare la commissione di gravi illeciti quali attività estorsive e corruttive, traffico illecito di rifiuti, intestazione fittizia di beni, false fatturazioni, riciclaggio, truffe, turbata libertà degli incanti nonché altri gravi reati.
Più in generale l’indagine ha consentito di far emergere che la locale della cosca Arena-Nicoscia, radicata nel Veronese, era incessantemente dedita alla perpetrazione di fattispecie di reato indubbiamente classificabili come tipiche per la consuetudine operativa della ‘ndrangheta in Nord Italia, reati che solamente in rare occasioni, o, degenerano in delitti “di sangue” o, comunque, in episodi violenti, ma che, per contro, sono da considerare tra le più insidiose fattispecie atte ad intaccare il tessuto economico-finanziario e politico istituzionale del territorio.
“L’operazione che si è conclusa oggi sta a dimostrare ancora una volta – ha evidenziato il Questore della Provincia di Mantova Dott. Paolo Sartori – come il nostro territorio, confinante con Province in cui la criminalità di tipo mafioso ha esteso in maniera diffusa la propria rete in interessi ed attività delinquenziali, non sia esente da infiltrazioni e connivenze particolarmente radicate, che necessitano, proprio per questo motivo, di una costante attenzione da parte delle Forze dell’Ordine.”