Maya, la cooperante mantovana fuggita da Gaza: “preoccupata per i colleghi rimasti e la popolazione”

Maya Papotti, la 35enne mantovana cooperatrice per l’Ong Azione contro la fame sta bene e sta rientrando in Italia. Era nella Striscia di Gaza ed è tra i quattro volontari di organizzazioni non governative che sono riusciti a raggiungere l’Egitto.
“È un sollievo perché la situazione a Gaza è stata davvero difficile, ma sono molto preoccupata per il resto del team e per la popolazione. Dopo aver lavorato lì per mesi e aver vissuto in prima persona questa terribile crisi, io e i miei colleghi abbiamo una visione chiara della risposta umanitaria che deve essere attivata con urgenza”. Queste le prime dichiarazioni della 35enne riprese dal portale Vita. Ora Maya, che ha raggiunto il Cairo, si prepara a rientrare in Italia con il primo volo utile. Ad attenderla ci sono i suoi familiari, che abitano a Levata, e che non aspettano altro di riabbracciarla per mettere la parola fine all’incubo che hanno vissuto dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco di Hamas.
“Maya è molto provata, il viaggio dalla frontiera al Cairo è stato molto lungo, ma sta bene.” È preoccupata per i nostri colleghi che rimangono lì e per la situazione globale disastrosa della popolazione” dichiara Chiara Saccardi, responsabile Azione contro la Fame per il Medio Oriente che continua spiegando le condizioni di “estrema difficoltà” in cui vive la popolazione “in primo luogo per la sicurezza”.
“Dallo scoppio del conflitto, siamo stati costantemente in contatto con Maya e la sua famiglia, collaborando con le autorità competenti, che ringraziamo vivamente per gli sforzi compiuti per riportarla a casa” fa sapere l’Ong. “Siamo sollevati per questa notizia, ma non possiamo dimenticare coloro che sono ancora a Gaza, cercando di sopravvivere tra le bombe, il cibo che scarseggia, l’acqua e l’elettricità limitate. Le condizioni sono estremamente dure e rimaniamo profondamente preoccupati per la loro sicurezza”.
A Gaza “la popolazione manca di acqua, cibo, medicine e carburante – prosegue Saccardi – La mancanza di acqua, e quindi la limitata igiene, espone la popolazione a malattie. I bambini con meno di 5 anni sono quelli più esposti e stanno già manifestando problematiche di salute collegate alla mancanza e alla scarsità dell’acqua, come scabbia e diarrea”.

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