Mina, la più grande fa 80. Dalle balere di Cremona e Mantova al successo planetario

Mina, la più grande fa 80. Dalle balere di Cremona e Mantova al successo planetario

Era il 23 agosto del 1978 quando Mina, al secolo Anna Maria Mazzini, apparve per l’ultima volta al pubblico. Il palco era quello della Bussola di Marina di Pietrasanta, a Viareggio, in Versilia.
Da allora sono passati 42 anni senza che lei, l’inarrivabile icona della musica italiana, comparisse ufficialmente in video. Ma paradossalmente la sua immensità sta anche nel fatto che l’assenza dai riflettori l’ha resa una leggenda vivente. Ha lasciato che a parlare fossero i suoi dischi. Mina, come nessuno, è stata anticipatrice del mutamento che ha attraversato gli ultimi cinquant’anni del nostro Paese, incarnando meglio di chiunque altra il ruolo della donna nell’Italia del boom.
Ed è in quegli anni che sforna una serie di canzoni che diventano la colonna sonora della vita degli italiani: Tintarella di Luna (pezzo con il quale raggiunge per la prima volta la prima posizione nella hit parade), Non sei felice, Il cielo in una stanza con Gino Paoli, Una zebra a pois, Briciole di baci, Le mille bolle blu, Amor Mio, Nessuno, Stessa spiaggia stesso mare.
Dotata di una voce sublime e di una musicalità fuori dal comune, coltivate dall’ascolto di “mostri sacri” americani quali Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Elvis Presley, e di una gestualità stravagante che si accompagna perfettamente all’innegabile e travolgente senso del ritmo, comincia a farsi notare sul finire degli anni ’50 nelle balere della “sua” Cremona, nonché a Mantova, Parma e Piacenza, esibendosi insieme agli Happy Boys. Il battesimo “ufficiale” fu alla Fiera Settembrina di Rivarolo del Re del 1958, proprio al confine con il mantovano, dove la performance di Mina, presentatasi sul palco con indosso una maglia nera, dei fuseaux attillati e un grosso fiocco nero in testa, oscurò quelle che avrebbero dovuto essere le vere star, ovvero Natalino Otto e Flo Sandons, all’epoca già famosi nel panorama musicale nazionale.
E dopo il debutto in televisione, avvenuto il 1º marzo 1959 nella seguitissima trasmissione “Lascia o raddoppia?” condotta da Mike Bongiorno, per Mina si spalancano le porte della ribalta nazionale, preludio di un successo planetario. Cantante dalla voce superlativa e dallo stile interpretativo unico al mondo, ma anche spigliata conduttrice dei varietà in Rai, regina del Carosello: così si potrebbe sintetizzare la sua sfavillante e poliedrica carriera. E se domani, la non-canzone Brava, sino a Se telefonando, Grande grande grande, Città vuota, L’importante è finire e Volami nel cuore sono solo alcuni dei pezzi consacrati all’immortalità. Un repertorio spesso riproposto nei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana: “Milleluci”, “Senza Rete”, “Canzonissima”, “Teatro 10”, “Studio Uno”, “Il Musichiere”, dando vita a una serie di duetti con Ugo Tognazzi, Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Caterina Valente, Vittorio De Sica, Luciano Salce, Totò, Giancarlo Giannini, Astor Piazzolla, Franco Cerri, Renato Rascel e Lelio Luttazzi. Ma alla televisione l’abbiamo vista accanto anche ad Alberto Sordi, Paolo Panelli, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Walter Chiari, Alberto Lupo, Nino Manfredi, Peppino De Filippo, per citare solo qualche nome. Il suo duetto con Lucio Battisti nel 1972 a Teatro 10 resta uno dei momenti musicali, e televisivi, più belli ed emozionanti di sempre.
Non sapremo mai se la decisione di allontanarsi definitivamente dal palcoscenico sia stata un colpo di testa dovuto all’«angoscia» che la assillava o a una precisa strategia pianificata a tavolino. Ma poco importa sapere quale sia la verità, perché la gigante della musica internazionale – che proprio oggi, 25 marzo, compie 80 anni – dagli anni ’70 ai ’90 pubblica la media di due all’album l’anno, uno di inediti e uno di cover. E ancora oggi tutto quello che canta diventa oro, persino lo spot del Tim confezionato per il Festival di Sanremo del 2018. Assente, ma fortunatamente sempre presente. Auguri nostra signora della canzone.

MATTEO VINCENZI