MANTOVA – “I costi da tagliare non sono certo quelli relativi alla rappresentanza democratica, ma piuttosto i miliardi di euro di denaro pubblico sprecati senza raggiungere gli obiettivi di miglioramento della vita dei cittadini. Più che mai c’è necessità e richiesta di una classe politica preparata e competente, capace di risolvere i problemi e di amministrare bene le risorse pubbliche”. Da questo pensiero nasce anche a Mantova il comitato del No al Referendum.
È questo un tema ben noto anche a Mantova, dove cittadini, amministratori locali, esponenti di organizzazioni politiche e della società civile stanno dando vita ad un comitato trasversale per sostenere le ragioni del NO in vista del referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari.
I primi firmatari sono i Sindaci di Quistello Luca Malavasi, di Borgo Mantovano Alberto Borsari, Marco Rossi, coordinatore provinciale di Potere al Popolo, Aldo Vincenzi, ex sindaco e ora consigliere a Sabbioneta, Vanni Mantovanelli coordinatore di Azione, Pierluigi Luisi, consigliere a San Giorgio Bigarello e Candido Roveda, ex sindaco e ora consigliere a Roncoferraro. Tanti altri amministratori locali e cittadini si stanno avvicinando al Comitato, che terrà il primo coordinamento nel corso di questa settimana.
“Siamo consapevoli degli innumerevoli problemi del nostro Paese in questo momento – chiarisce subito il comitato – ma vista l’incapacità della nostra classe politica di confrontarsi persino su questo tema, dopo quattro votazioni del parlamento e la necessità di coinvolgere i cittadini con un referendum, riteniamo opportuno in primis promuovere un’adeguata informazione. Anche perché, negli ultimi anni abbiamo assistito a continui tagli della rappresentanza dei cittadini: dalle leggi elettorali incostituzionali, alla riduzione dei Consiglieri Comunali fino all’eliminazione dell’elezione Provinciale. Parallelamente a insignificanti risparmi si è avuto invece un netto calo della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.”
Entrando nel merito della riforma, vi è la riduzione dei rappresentanti dei territori più piccoli e delle regioni con minor popolazione. “Anche in Lombardia si perderebbe più di un terzo dei rappresentanti con effetti negativi per la nostra provincia che rischierebbe così di essere ancora più marginalizzata” afferma il comitato.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a perfetti sconosciuti catapultati nel Parlamento o nei Consigli Regionali solo perché “fedeli” al capo di turno, senza un minimo di esperienza anche solo in un Consiglio Comunale” spiega il comitato – “ma se il Parlamento così com’è non funziona, la strada vincente non è tagliare i parlamentari, ma avere dei parlamentari migliori scelti dai cittadini e non da tre o quattro capi-partito. Se l’obiettivo è il risparmio, sarebbe molto più logico ridurre alcune voci di spesa del Parlamento attuale, come le indennità, ottenendo così maggiori benefici sul piano economico senza intaccare la rappresentanza.
Nelle prossime settimane il nascente comitato per il NO metterà in campo iniziative e incontri sul territorio per informare i cittadini del referendum. Chiunque volesse aderire o organizzare un evento nel proprio Comune può scrivere a comitatomantovano@gmail.com