MANTOVA – Il primo vagito che irrompe in sala parto, un momento sempre bellissimo, per la mamma e per chi le è vicino.
E oggi, in piena emergenza Covid, un momento che acquisisce un valore ancora più speciale. E’la vita che continua, la speranza, la luce che torna a illuminare un mondo spento dai tanti, troppi drammi delle ultime settimane.
E di momenti così a dire il vero all’ospedale Carlo Poma ce ne sono stati tanti. Da inizio anno a oggi sono nati 365 bambini contro i 342 dello stesso periodo dello scorso anno. I circa venti neonati in più sono concentrati proprio nell’ultimo mese e “questo – come spiega Valeria Fasolato, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Asst di Mantova – in quanto sono stati chiusi dei punti nascita quali Asola e Guastalla completamente trasformati in ospedali Covid”.
Ma cosa significa nascere al tempo del coronavirus? “ Noi non abbiamo avuto mamme positive quindi tutto si è svolto come di consueto ma ci siamo attrezzati anche per ricevere mamme Covid o con sospetti di contagio, anche per riceverne più di una contemporaneamente – dichiara Fasolato – Due sale travaglio sono infatti state destinate esclusivamente per eventuali partorienti Covid. Queste subito dopo il parto vengono assistite in tre stanze di degenza appositamente ricavate per loro a meno che non presentino una sintomatologia tale da presupporre il ricovero in strutture diverse dell’ospedale”.
E i bambini? “Al Poma pratichiamo il rooming in (la possibilità per la neo mamma di avere il bimbo nella propria stanza tutto il giorno ndr) se la mamma è positiva ma asintomatica, quindi non ha tosse o raffreddore o altri sintomi con cui potrebbe contagiare il bambino, glielo facciamo tenere vicino. Diversamente se ha dei sintomi o anche se non se la sente di tenerlo con sé, la separiamo dal neonato e questo viene assistito in un’area isolata appositamente predisposta. Praticamente ci siamo attrezzati con sale parto Covid, nonché aree di degenza e terapie intensive per situazioni che presentano positività”.
Ma durante la gravidanza una mamma positiva può contagiare il feto? “Non ci sono dati scientifici che dimostrino il passaggio del coronavirus in gravidanza da mamma a bambino” risponde il direttore del materno-infantile. E i neonati possono comunque contagiarsi? “ Si abbiamo avuto un caso di un bambino di 35 giorni positivo ma aveva dei sintomi veramente molto lievi. E’ stato gestito da subito secondo i protocolli di sicurezza ma le sue condizioni, che già non destavano preoccupazioni, sono poi dei tutto migliorate molto velocemente”
Insomma al tempo del Covid, all’ospedale Carlo Poma si nasce comunque in tutta sicurezza e, come dimostrano i dati, si nasce anche parecchio. Tanti bambini a cui di certo un giorno mamma e papà racconteranno in quale periodo difficile sono venuti alla luce. Loro che con quel bellissimo primo vagito sembrano aver già detto in ogni caso da veri lottatori: scansati Covid, il mondo è nostro. Magari dovendo rinunciare per ora ai baci e abbracci di zii, nonni e parenti vari, ma questi arriveranno…. E la festa allora sarà ancora più bella.