Natale, Conte: “sugli spostamenti tra comuni decida il Parlamento”. Due le ipotesi su cui si ragiona

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa da Bruxelles dopo l’accordo sul Recovery fund, ha ribadito la disponibilità a rivedere le norme che regolano gli spostamenti tra comuni nei giorni del 25, 26 dicembre e 1° gennaio, purché sia il Parlamento ad assumersene le responsabilità.
I limiti agli spostamenti nelle festività possono “creare un problema oggettivo, è chiaro che chi vive in una grande città e ha i congiunti prossimi ha la possibilità di muoversi. Chi è in paesini più piccoli, può avere qualche difficoltà. Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre eccezioni sui Comuni più piccoli, in un raggio chilometrico contenuto, torneremo su questo punto. Il Parlamento è sovrano. Ma grande cautela in qualsiasi eccezione” ha sottolineato Conte.
In Parlamento in ogni caso, come sottolineato anche dallo stesso premier “c’è grande sensibilità sull’argomento” e quindi dai più viene ormai dato per certo che sarà revocato il divieto di spostamento tra comuni.
Le ipotesi sul tavolo al momento sono due: consentire una deroga a chi vive in comuni con meno di 5mila abitanti, considerati più penalizzati rispetto alle grandi città, o far si che la deroga valga in maniera generalizzata a livello provinciale. Rimane invece lo stop agli spostamenti tra regioni gialle dal 21 dicembre al 6 gennaio, salvo motivi di salute, necessità o lavoro.
“Noi non siamo contenti di introdurre queste misure, non vogliamo opprimere gli italiani, ma dobbiamo mantenere queste restrizioni, lo abbiamo fatto pensando che nella situazione in cui siamo e nella prospettiva che possa arrivare terza ondata, e dunque non possiamo consentire occasioni di convivialità” ha continuato Conte.
Ancora più severo il ministro della Salute Roberto Speranza che, in alcune dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera e a Repubblica ha ribadito: “Se ho un dubbio è che a Natale bisognerebbe stringere ancora, invece che allentare. Abbiamo davanti ancora tre o quattro mesi difficili, dobbiamo tenere duro”. “Voglio essere chiaro: io avevo proposto di fare zona rossa tutta Italia in quei tre giorni di festa. Non cambio idea”