‘Ndrangheta, maxi blitz nella bassa veronese. Clan radicati da 40 anni. L’operazione ha interessato anche il mantovano

Grimilde, operazione contro la cosca Grande Aracri: sequestro di beni per 10 milioni di euro, anche nel Mantovano

Associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi con aggravanti mafiose. Un lungo elenco di reati  frutto della maxi ’operazione, denominata Taurus, messa in atto nelle prime ore della mattinata dai carabinieri del Ros. con il supporto dell’Arma territoriale in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Calabria che ha eseguito un’ ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Venezia su richiesta della locale DDA. L’operazione ha interessato anche il territorio mantovano.
I provvedimenti emessi nell’ambito dell’operazione anti ‘ndrangheta con 33 arresti e oltre 100 indagati in quattro regioni, scaturiscono da un’attività investigativa avviata nel 2013 per ricostruire un traffico di stupefacenti diretto verso il Veneto, successivamente ampliata per accertare nella regione l’eventuale presenza di strutture dell‘ndrangheta. Le indagini, spiegano i carabinieri del Ros, hanno consentito di individuare gravi elementi di responsabilità in ordine ad una “strutturata consorteria ‘ndranghetistica stanziata a nel veronese a Sommacampagna almeno dal 1981, riconducibile alle famiglie ‘Gerace-Albanese-Napoli-Versace’ originarie della piana di Gioia Tauro (Rc) e con ramificazioni a Villafranca, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala.”
Le indagini hanno anche evidenziato “concreti e puntuali elementi di pervicace capacità di intimidazione e conseguente assoggettamento delle vittime, realizzato attraverso la commissione, nel tempo, di un sistematico e rilevante numero di reati, soprattutto estorsioni e usura. E’ stato accertato anche un ingente giro di false fatturazioni per operazioni inesistenti.
Inoltre sono stati documentati diversi episodi di riciclaggio, commessi attraverso società di cui i formali titolari si servivano, avvalendosi anche della mafiosità dei loro interlocutori, per trarre un personale tornaconto. Dal quadro emerso dalle indagini è possibile ipotizzare la capacità della consorteria di acquisire, direttamente o indirettamente, la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori (in particolare costruzioni edili e movimento terra, impiantistica civile ed industriale, servizi di pulizia e di affissione della cartellonistica pubblicitaria, commercio di autovetture e materiali ferrosi, trasporti su gomma) anche in collegamento con soggetti contigui alla cosca ‘Grande Aracri’ di Cutro (KR) stanziali nella provincia di Verona. Infine, gravi elementi sono emersi in ordine alla gestione di un traffico di stupefacenti, sviluppato nel veronese attraverso due canali di approvvigionamento: uno in Calabria e l’altro facente capo ad appartenenti a gruppi criminali albanesi e sloveni. Nel corso delle attività, sono stati anche sequestrati ingenti quantitativi di cocaina e marijuana”.