“Nel mantovano un vaccino su due fermo in frigo”, la denuncia del Pd

MANTOVA – Ha atteso con speranza per una settimana che uscissero nuovi dati, più incoraggianti, ma ancora niente. Sulla pagina del sito internet di “Mantova Salute” (il periodico di informazione dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova), l’ultimo aggiornamento sui numeri della campagna vaccinale sul nostro territorio è quello apparso in un articolo di una settimana fa, quando il dato relativo alle dosi di vaccino arrivate ma tenute in frigorifero era da brividi.
“Un vaccino su due è fermo”. E’ questa la denuncia che fa Marco Marcheselli, segretario provinciale del Partito Democratico.
“Nell’articolo a firma della redazione dal titolo “Vaccini anti-Covid, vaccinazione completata per oltre 4.300”, si legge che, dallo scorso 27 dicembre al 21 febbraio, le persone che hanno ricevuto dai professionisti di ASST Mantova la prima dose di vaccino anti-Covid della casa farmaceutica Pfizer-Biontech sono 5.348; per altre 4.340 persone, invece, la somministrazione del vaccino Pfizer è già stata completata al 21 febbraio con la seconda dose. A questi numeri va aggiunto quello delle persone trattate con la prima dose del vaccino Astrazeneca, pari a 690. L’articolo procede affermando che “la Farmacia del Poma ha ricevuto dall’inizio della campagna al 23 febbraio 28.260 dosi di Pfizer-Biontech, 1.000 dosi di Moderna e 55.600 dosi di Astrazeneca. L’azienda mette a disposizione ambulatori vaccinali negli ospedali di Mantova, Borgo Mantovano e Asola – prosegue Marcheselli -. Non considerando il numero significativo delle dosi del vaccino Astrazeneca, arrivate per ultime (a partire dal 9 febbraio) e anche per questo somministrate in piccolissima parte (690 su 55.600), sommando le dosi di Pfizer-Biontech e Moderna, all’ASST di Mantova sono arrivate 29.260 dosi di vaccino (dall’inizio della campagna al 23 febbraio 2021)”.
Secondo il segretario del Pd al 21 febbraio, i mantovani che hanno ricevuto la prima dose erano 5.348, mentre quelli che hanno ricevuto entrambe le dosi 4.340, quindi le dosi totali di vaccino somministrate si trovano moltiplicando il numero 4.340 per due e sommandolo a 5.348: il risultato è 14.028 vaccini somministrati. Se dunque si fa il rapporto 14.028/29.260 (considerando come detto solo i vaccini di Pfizer-Biontech e Moderna consegnati da più tempo), si scopre che il rapporto percentuale fra le dosi somministrate rispetto a quelle arrivate sul territorio mantovano è pari al 47,9%.
“Cosa significa questo? Che il 52,1% di questi vaccini, più della metà, è rimasto fermo in frigorifero e molto probabilmente lo è ancora. In Lombardia il rapporto tra le dosi somministrate e quelle consegnate è pari al 73,7% e la media nazionale è 78,9% (dati aggiornati al 6 marzo presenti sul sito del Governo). Questi dati, una settimana fa, erano molto simili a quelli attuali; questo significa che il dato della Provincia di Mantova era nettamente (e molto probabilmente lo è ancora) sotto la media regionale e nazionale (di circa 25-30 punti percentuali): impossibile infatti pensare che in sette giorni il dato relativo al Mantovano possa essere aumentato in maniera significativa fino a raggiungere anche solo il dato regionale. Dire che questo non sia accettabile è poco: è scandaloso – commenta Marcheselli – E qualcuno dovrebbe risponderne. Altrimenti il racconto sull’imponente campagna vaccinale in corso (pur fra molte difficoltà), diventa nel nostro territorio qualcosa che assomiglia a una presa in giro. Tenere i vaccini fermi in frigorifero e avere la capacità di somministrarne solo uno su due significa che sul territorio mantovano la macchina sta funzionando molto male. Si corra ai ripari nel più breve tempo possibile creando hub per le vaccinazioni di massa con numero di personale adeguato”.
Il comune di Mantova, per esempio, ha proposto all’ATS l’utilizzo della Grana Padano Arena alla luce della disponibilità del gestore, e ha chiesto di fare il più in fretta possibile, considerando il fatto che una volta ricevuto l’ok definitivo, la struttura non può essere messa in piedi in un giorno solo.
“La corsa alla vaccinazione di massa contro il virus dovrebbe essere anche una corsa contro il tempo – chiude Marcheselli – ma fino ad ora sicuramente non lo è stata, soprattutto qui nel Mantovano. Una gran quantità di vaccini è ancora ferma, al fresco, in frigorifero, in attesa che venga destinata a tutti noi per garantirci ciò che ci spetta: il diritto alla salute”.

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