MANTOVA – “Apprezziamo l’impegno di Regione Lombardia e dell’assessore all’Agricoltura, Fabio Rolfi, nell’insistere sull’approccio scientifico alla gestione dei nitrati, grazie all’attività di enti terzi come l’Università di Milano. Il mondo allevatoriale in questi anni ha fatto molto sul piano dell’ambiente, con grande impegno e i numeri dovrebbero confermarlo”, queste le parole di Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova e vicepresidente regionale dopo un’interlocuzione con l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi.
“Dalle prime evidenze sembrano confermati i dati rilevati negli anni scorsi – commenta l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi -. Non dovremmo dunque modificare i parametri e, di conseguenza, l’estensione delle zone vulnerabili. Qualche criticità maggiore sembra essere emersa, dai primi risultati, in presenza degli allevamenti avicoli, ma siamo in attesa di conferme. Anche in questo caso, comunque, non vi sarebbero valori tali da portare alla creazione di nuove zone vulnerabili”.
Una situazione per cui, negli anni, l’agricoltura mantovana, che conta oltre 330.000 capi bovini, 1,1 milioni di suini e 4,2 milioni di avicoli, ha attivato numerose soluzioni per contenere l’impatto della zootecnia sull’ambente e sul territorio.
A Pegognaga, ad esempio, è sorta una collaborazione fra allevatori per la valorizzazione dei reflui attraverso la produzione energetica e la successiva collocazione del digestato attraverso una borsa di scambio specifica. Parallelamente, è nata una attività di lombricoltura per la successiva vendita di ammendante alle imprese agricole che cercano fertilizzazione biologica per serre e terreni. Si stanno diffondendo anche macchine per l’interramento dei reflui zootecnici direttamente nel terreno, così da eliminare le emissioni azotate nell’aria.
Inoltre, Regione Lombardia, attraverso un apposito “Bando Aria”, ha agevolato la copertura di vasche di contenimento dei reflui, per tagliare l’inquinamento in atmosfera. “Sull’onda dell’attenzione sempre maggiore dell’Unione europea verso la sostenibilità ambientale – invita il presidente Carra – sarebbe opportuno che le Regioni diano seguito a un dialogo intenso con il sistema agricolo e con il governo per collocare le risorse del Ricovery Fund anche nelle filiere agroalimentari attente all’ambiente”.