Nomine direttori generali sanità, Carra (Pd): “Regione scelga in base alle competenze. Azzi resti a Mantova”

MANTOVA – “Con l’inaugurazione della risonanza magnetica all’ospedale di Pieve di Coriano si realizza un percorso che il territorio, con amministratori locali, comitato, forze politiche (a partire da quella che rappresento) e sociali hanno portato avanti (e continueranno) per circa vent’anni. La collaborazione e l’impegno concreto della dottoressa Mara Azzi è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo, con un gioco di squadra che ha contribuito al potenziamento di una struttura strategica per tre province tre regioni. Per questo motivo, mi associo alla richiesta avanzata dai sindaci di Borgomantovano e di Quistello Alberto Borsari e Gloriana Dall’Oglio, dalla presidente del Comitato a tutela dell’ospedale Daniela Besutti affinché la dott.ssa Azzi venga confermata alla dirigenza dell’ Asst di Mantova. Una richiesta che spero venga sostenuta dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso, dagli assessori e consiglieri mantovani di maggioranza nonostante ieri la Commissione Sanità abbia bocciato i due emendamenti presentati per conto del gruppo PD durante la discussione della legge regionale di revisione normativa ordinamentale, in particolare sulle nomine dei dirigenti e la revisione dei criteri di selezione”, queste le parole di Marco Carra, consigliere regionale PD, componente della Commissione Sanità. 

“Per la modalità di scelta dei direttori generali (che la giunta Fontana dovrà nominare entro fine anno) – continua Carra – abbiamo proposto di tornare alla Riforma Maroni del 2015, alla short list di 100 candidati, selezionati con criteri di competenza e adeguatezza alla realtà lombarda, anche attraverso test scritti. La Riforma Moratti del 2021 ha infatti ampliato a oltre 200 i candidati della lista entro cui può fare le nomine la Giunta, eliminando i test sulle competenze e tenendosi così le mani più libere. La maggioranza, dunque, si ostina ancora una volta a non favorire criteri di selezione che garantirebbero maggiore rispondenza dei futuri direttori generali sulla base delle tipologie delle aziende lombarde da dirigere. Se è vero che esiste un albo nazionale per i candidati a Direttore generale che ne certifica il possesso dei requisiti, questo non toglie che la Regione possa aggiungere criteri di adeguatezza ai candidati lombardi, e che le nomine avvengano solo in base alla competenza”.

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