Non aveva acqua nei polmoni e dunque non è morta annegata Erika Boldi, la 26enne di San Martino dall’Argine il cui corpo senza vita è stato ritrovato ieri mattina da un addetto di un Consorzio di bonifica impigliato tra le grate di una diga del Tartaro a Vigasio nel Veronese. E’ quanto emerge dai primi accertamenti necroscopici sul corpo della giovane che, al momento del ritrovamento, era completamente nudo. Ma ci sarebbero anche delle testimonianze che porterebbero gli inquirenti a ipotizzare che qualcuno abbia scaricato in quel punto la giovane già morta.
Gli abitanti della casa più vicina al punto del ritrovamento, intorno alle 23.30 di sabato, avrebbero sentito un’auto che a forte velocità percorreva il vialetto privato che attraversa i campi e finisce nel fiume, per ritornare sempre a gran velocità alcuni istanti dopo.
I carabinieri hanno acquisto i filmati delle telecamere di videosorveglianza posizionate sulle pareti dell’edificio e sui muri che circondano la casa. Potranno essere fondamentali per risalire all’identità di chi era alla guida.
Erika aveva problemi di tossicodipendenza e si era allontanata volontariamente dalla famiglia, motivo per cui non ne era stata denunciata la scomparsa. La madre e la sorella della giovane intanto si sono rivolte all’avvocato Marco Pezzotti che ha nominato un perito di parte che assisterà all’autopsia prevista per martedì 9 luglio alle ore 15.