Nuovo decreto covid: Draghi si impone sul coprifuoco. Strappo con la Lega che si astiene: “Voteremo il prossimo”

“Le decisioni le abbiamo prese insieme, in cabina di regia. Francamente fatico a comprendere”. Così, a quanto riferisce l’Adnkronos, il premier Draghi avrebbe risposto alla Lega, prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri.

Due i punti di scontro Draghi-Salvini: il via libera a ristoranti e locali già dal 26 aprile ma solo all’aperto e non al chiuso e la necessità di mantenere il coprifuoco alle 22. La Lega aveva infatti chiesto che il coprifuoco fosse esteso di un’ora.

Alla fine è stato lo stesso premier Mario Draghi a stoppare la modifica al coprifuoco decisa nell’ultima cabina di regia. Una decisione che era già stata presa collegialmente. D’accordo sul coprifuoco alle 22 si erano espressi i ministri di Pd, M5S e Leu. La Lega è rimasta in silenzio, fino all’annuncio della sua astensione dal voto.

Il Premier si è mostrato disponibile a rivedere l’orario, ma più avanti, almeno tra 15 giorni e in base all’andamento dell’epidemia. Una sorta di “revisione” del decreto è fissato per metà maggio per decidere come proseguire.

Lega “Voteremo il prossimo”

“La Lega chiede di dare fiducia agli italiani che hanno dimostrato per un anno pazienza e rispetto delle regole. Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni” ha detto Salvini, al termine del Cdm. “I dati sanitari – ha sottolineato – fortunatamente sono in netto miglioramento: negli ultimi giorni sono migliaia i letti di ospedale che si sono liberati. Con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può anzi si deve tornare a vivere e lavorare al chiuso e all’aperto”. “Voteremo il prossimo decreto se insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute prevederà il ritorno alla vita e il ritorno al lavoro“, ha concluso Salvini. “Non è uno strappo” conferma la fiducia, revisione tra 15 giorni.

Movimento Cinque Stelle “Interessi del paese prima di quelli di partito”

Fonti di Governo riportano che l’M5S ha dichiarato: “Spiace per atteggiamento Lega. Questo governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato”.

Partito democratico “Punto di equilibrio tra economia e salute”

“La piattaforma che abbiamo condiviso e che sosteniamo è un punto di equilibrio giusto tra l’esigenza di ripartenza e la tutela della salute – dicono fonti di governo Pd – Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso”. “Il Pd sostiene la linea molta chiara di aperture sì ma con gradualità perché l’importante è ripartire in sicurezza in modo irreversibile” sottolineano fonti del Nazareno. “L’atteggiamento ondivago di Salvini che prima rivendica il decreto come frutto delle pressioni della Lega e poi ne prende le distanze – continuano le stesse fonti – è irresponsabile e frutto delle sue difficoltà anche all’interno del centrodestra”.
“E’ incomprensibile che la Lega punti a privilegiare un interesse di partito e per questo rompa l’unità del governo su decisioni tanto delicate. La speranza è che si tratti solo di una parentesi e che venga chiusa quanto prima” commenta all’Ansa Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.

Forza Italia “Soddisfatti, ma si può migliorare”

“Con il decreto varato oggi in Cdm abbiamo definito una road map per riaperture intelligenti e in sicurezza – come aveva chiesto Forza Italia – introdotto un green pass italiano, riportato la gran parte degli studenti in aula, ripristinato la fascia gialla, che era stata sospesa per legge. Come ha affermato Antonio Tajani, siamo soddisfatti, ma si può migliorare”. Lo afferma Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, sottolineando che FI “insisterà perché si ponga rimedio ad alcune incongruenze sui settori della ristorazione, dello sport e del wedding, ma questo resta il decreto della ripartenza in sicurezza”.