MANTOVA – Arrestato uno dei presunti autori dell’assassinio della Favorita. L’uomo, un 35enne marocchino, è stato beccato l’8 luglio – a sei giorni dall’aggressione – in provincia di Varese a bordo di un treno. L’altro indagato è tuttora ricercato da parte dei Carabinieri di Mantova.
L’incessante e tempestivo lavoro della Procura della Repubblica e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Mantova, guidati dal tenente Claudio Zanon, ha permesso di identificare i due presunti autori della mortale aggressione verificatasi durante una lite intercorsa la notte del 2 luglio scorso, i quali, nella stessa giornata, sono fuggiti.
Uno di questi, cittadino marocchino di 35 anni regolarmente presente sul territorio, residente a Mantova, senza precedenti, i cui genitori vivono a Suzzara, è stato localizzato l’8 luglio scorso, come detto, a bordo di un treno locale, vicino al confine di Stato. Pare però che non fosse diretto all’estero. Quando gli agenti della Polfer, ricevute le segnalazioni dei militari di Mantova, lo hanno fermato il 35enne non ha opposto resistenza.
Trasferito a Mantova l’uomo, interrogato dal Pm, è pertanto stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, convalidato dal Gip, che ha anche disposto, su richiesta della Procura di Mantova, la custodia cautelare in carcere con l’accusa di concorso in omicidio volontario e di tentato omicidio.
Nell’aggressione ricordiamo, a seguito delle violentissime lesioni provocategli con l’utilizzo di una mazza da baseball, ha perso la vita un 23nne albanese, Ndrecaj Atiljo mentre il 35enne di San Giorgio Bigarello Pierfrancesco Ferrari è rimasto gravemente ferito riportando lesioni tali da aver dovuto lottare contro la morte e per le quali è tuttora in fase di delicata convalescenza.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova, delegate al Nucleo Investigativo dei Carabinieri, hanno sinora permesso di raccogliere molteplici riscontri attinenti alla ricostruzione della dinamica e dei fattori scatenanti l’evento criminale. Le investigazioni, anche di natura scientifica delegate al Ris Carabinieri di Parma sui numerosi reperti rinvenuti sulla scena del crimine, sono tuttora in piena fase evolutiva. I risultati dei Ris non sono infatti ancora pervenuti e non sono dunque serviti all’arresto del marocchino. Potrebbero però rivelarsi molto utili nel proseguo delle indagini che fino ad oggi hanno tra l’altro confermato come i quattro si conoscessero e la lite sia scaturita per delle situazioni pregresse. Ndrecaj e Ferrari non hanno però ricevuto dagli aggressori alcuna telefonata prima di recarsi sul piazzale de La Favorita, luogo peraltro poco consono ad un’imboscata visto che anche durante la notte c’è gente di passaggio.
Ora prosegue la caccia al secondo uomo sia in Italia che all’estero con il contributo del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia preventivamente attivato dai carabinieri di Mantova.