SAN GIORGIO BIGARELLO – C’è anche un 25enne domiciliato nel mantovano, Gennaro Salerno, originario di Stigliano (Matera), tra gli arrestati nell’ambito del maxi blitz antidroga dei carabinieri del Comando provinciale di Pisticci (Matera), che hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari – emessa dal gip di Potenza su richiesta della locale Procura antimafia – nei confronti di 37 indagati ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Per Salerno, raggiunto dai carabinieri di Mantova all’alba di oggi nella propria abitazione di San Giorgio Bigarello, sono scattati gli arresti domiciliari: è accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti.
A capo del presunto sodalizio criminale c’era Angelo Calvello, 36enne collegato alla criminalità organizzata, anche di tipo mafioso, particolarmente attivo nel traffico degli stupefacenti. Con una fitta rete di sodali e affiliati, controllava diverse piazze di spaccio su diversi comuni della Basilicata. Nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi sequestri di stupefacenti (cocaina, eroina, hashish, metacetilmorfina).
L’operazione – denominata “Narcos” e per la quale sono impegnati oltre 100 carabinieri con l’ausilio di unità cinofile e il supporto di un elicottero – ha riguardato le province di Matera, Potenza, Mantova, Reggio Emilia, Treviso e Milano.
Dei 37 indagati 8 risultavano già in carcere, 15 sono stati posti ai domiciliari, mentre altri 14 sono stati raggiunti da un provvedimento di obbligo di dimora. Le indagini hanno confermato la presenza di una pervasiva criminalità nella provincia di Matera, nonché l’esistenza di alleanze e contrapposizioni tra gruppi criminali organizzati e la capacità di tali sodalizi di gestire il traffico di stupefacenti (la Basilicata è posta al centro delle rotte che collegano Campania, Calabria e Puglia) e di avere agevolmente la disponibilità di armi micidiali. Il dato ulteriore che è emerso dalle indagini è costituito dalla particolare violenza con cui l’attività delittuosa veniva svolta, dalla capacità di ricorrere a pestaggi, minacce e violenze, anche molto gravi, per imporre il proprio dominio criminale su parti consistenti del territorio lucano, organizzando e strutturando, articolazioni del gruppo criminale stesso, ciascuna competente a gestire una piazza di spaccio ed a recuperare, anche con efferata violenza i crediti derivanti dalla cessione di droga.