Ostiglia, il consigliere Dal Porto: “A Roma attacco allo stato democratico”

Il municipio di Ostiglia
Il municipio di Ostiglia

OSTIGLIA – “Sabato scorso si è assistito ad un gravissimo attacco condotto con estrema violenza soprattutto verso il mondo del lavoro, visti l’irruzione e la successiva devastazione della sede della CGIL, maggior sindacato italiano dei lavoratori.
La rappresentanza sindacale dei lavoratori costituisce un elemento cardine del tessuto democratico del nostro Paese. Violenta aggressione anche contro i lavoratori delle forze del’ordine, contro i giornalisti, contro gli operatori di un Pronto Soccorso di un ospedale romano”, queste le parole con cui il capogruppo in consiglio di Ostiglia Carlo Dal Porto sui fatti di Roma dello scorso 9 ottobre.

“Quando la violenza si scaglia contro il lavoro e i lavoratori, quello che si cerca è un chiaro attacco allo stato democratico, perché l’articolo 1 della nostra Costituzione, sappiamo bene che recita così: ‘L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’ – continua il consigliere -. I fatti di sabato scorso non pongono dubbi sulla natura eversiva di tale attacco, con manifesta ed evidente matrice di natura neofascista. Condanniamo con fermezza questo gravissimo episodio e tali violenze ed esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e al sindacato colpiti. Ribadiamo che solo attraverso le pratiche democratiche si possa costruire un presente e un futuro di civiltà per ogni essere umano.
Ci uniamo alle forze parlamentari che richiedono lo scioglimento delle organizzazioni responsabili dei vili atti di violenza e vandalismo, ripetuti nell’ultimo periodo e associati sempre più spesso ad azioni di propaganda razzista, associata a discriminazioni legate alla nazionalità o alla diversa cultura o religione, con l’obiettivo di alimentare la tensione sociale e sminuire i valori fondanti della nostra democrazia sanciti dalla nostra Costituzione. Confermiamo con decisione che la Democrazia non è mai acquisita per sempre ma va difesa ogni giorno da tutti noi cittadine e cittadini”.

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