Pegognaga, le nascite sono la metà dei decessi: preoccupazione del sindaco

Immagine d'archivio

PEGOGNAGA – Sono 52 i bambini nati a Pegognaga nel 2022. Si tratta di un numero di poco superiore alla metà dei decessi. E’ dato preoccupante, che sicuramente dovrebbe indurre l’amministrazione comunale ad effettuare uno studio approfondito per verificare le cause del persistere del calo demografico della popolazione laurenziana. Andamento, questo, che ad inizio del nuovo millennio era di tutt’altro segno. Tant’è che Pegognaga propendeva all’espansione: i 6600 residenti registrati nel 2001 erano divenuti 7300 nel 2009. Anno nel quale il segno ha cominciato ad invertire rotta, scendendo ai 6922 nel 2022. Il sindaco Matteo Zilocchi individua tuttavia un rallentamento della curva discendente, nutrendo la speranza di un’inversione positiva. Afferma «Sicuramente il primo dato è che la popolazione residente tiene. Ovvero 6922 abitanti, meno 0,07 per cento rispetto al 2021». E la tenuta a che cosa è dovuta? «Soprattutto all’aumento degli stranieri residenti, più 4 per cento, e di nuovi residenti in misura maggiore rispetto a quelli emigrati. Questi aumenti hanno infatti compensato il numero dei 99 decessi, che però è nettamente superiore a quello delle nascite, 52». La tenuta a chi è principalmente attribuibile? Zilocchi «L’etnia straniera principale è quella indiana con 210 residenti. Seguono quella pakistana con 98 e quella del Bangladesh con 97». Sindaco è preoccupato? «Beh!, pur nelle difficoltà, Pegognaga rimane ancora un paese attrattivo, richiamando nuovi residenti soprattutto per le opportunità lavorative in ambito agricolo e industriale. In un contesto generale dove la popolazione sta invecchiando, la vera sfida sarà proporre politiche d’incentivazione delle nascite. E cercare nei prossimi anni di ritornare almeno sopra quota 7000 abitanti». Alla giunta il compito di studiare le strategie opportune, magari in collaborazione con l’intero comprensorio suzzarese, cercando in primis d’individuare opportunità per i giovani autoctoni di stabilirsi in paese dopo il completamento degli studi. Sono molti infatti che per concretizzare le proprie aspirazioni professionali si trasferiscono altrove, persino all’estero.

Riccardo Lonardi

 

 

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