Pegognaga unita grida forte il suo “no” alla guerra in Ucraina

Pegognaga unita grida forte il suo

PEGOGNAGA – Col cuore affranto per una guerra insensata e immotivata Pegognaga si è trovata ancora una volta unita, senza distinzione di barriere. Ieri ha voluto esprimere la piena solidarietà al popolo ucraino ed insieme a tutti i popoli che stanno soffrendo per la follia dei potenti che guidano nazioni i cui loro stessi popoli soffrono l’assenza della convivenza civile. Al “Presidio contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin” e quindi per il “No alla guerra in Ucraina Pegognaga invoca la pace” tenuto in piazza Matteotti, erano presenti Lucia e Maja, due mamme ucraine in lacrime, i sindaci Matteo Zilocchi di Pegognaga e Doriana Dall’Oglio di Quistello, l’ex parlamentare Pd Marco Carra, don Pierluigi Capelli viceparroco di Pegognaga, Carlo Falavigna segretario provinciale Spi-Cgil, Paolo Soncini segretario provinciale Uil, Elia Scanavini presidente Anpi, molti sindacalisti del territorio e consiglieri comunali di maggioranza e minoranza di Pegognaga  e dei paesi limitrofi, nonché un pubblico assai numeroso e un’ampia presenza di giovani.

Molte le bandiere, ma su tutti quella dell’Ucraina. «Ci stringiamo in un abbraccio – ha esordito l’on. Carra – che accomuna tutte le piazze d’Italia e d’Europa nella vicanza all’Ucraina. E contro l’azione criminale di Putin siamo con il popolo russo che si dissocia. La cultura della solidarietà è caratteristica del popolo pegognaghese che ha radici nella storia, nel dare una mano in termini di aiuti e di accoglienza. Non possiamo accettare che la follia della guerra colpisca popoli che hanno costruito la democrazia». Giulia Buzzi del Movimento Cittadini Attivi «La guerra è l’espressione di un sistema di interessi economici e politici che si traduce in un fallimento. Dobbiamo chiedere e operare per quella pace che credevamo scontata e che scontata non è». Matteo Zilocchi «E’ bello immaginare questa piazza come staffetta che passa il testimone della pace con tutte le piazze d’Italia e d’Europa, perché l’attacco della Russia all’Ucraina è una sfida a tutti noi. L’Ucraina che ha conquistato la democrazia condivide i nostri valori e anche perciò va difesa, perché in questa tragica impresa di guerra, la Russia che la conduce non è sola. Dietro lei ci sono la Cina e altre nazioni potenti». Don Capelli «Dire no alla guerra lo pensiamo tutti, ma dobbiamo costruire la pace, cominciando da noi che siamo spesso in guerra persino in famiglia. La pace non è solo assenza di violenza, ma è costruirla con l’altro. Inoltre c’è bisogno di politica, ma quella vera capace di costruire fondando la propria azione sull’amore per i fratelli. Bisogna avere il coraggio di fare la scelta di aiutare l’altro. Don Mazzolari  diceva “chi uccide è dalla parte del demonio; chi rispetta e aiuta l’altro è dalla parte di Cristo”. Mi è doveroso inoltre ricordare come Suzzara abbia accolto studenti dell’Università di Leopoli che con gli occhi in lacrime hanno chiesto di pregare». Aldo Bettegazzi di Solidarietà Educativa, nel presentare le mamme ucraine riferendosi a Putin «Dobbiamo fermare quella “persona” prima che porti alla distruzione anche lo stesso popolo russo». «Abbiamo chiesto ai nostri figli – hanno detto Lucia e Maja piangendo – di scappare da Leopoli. Loro ci hanno risposto “Mamma, no! Dobbiamo difendere la nostra Ucraina!”». Elia Scanavini dell’Anpi «C’è un filo che unisce la celebrazione del “Giorno del Ricordo” con questo “Presidio”: si innalzano grida di aiuto. Doveroso quindi l’impegno per la pace, che deve tradursi in impegno attivo di convivenza democratica. La Pace si costruisce giorno per giorno».

Riccardo Lonardi