MANTOVA – Adeguare il regolamento edilizio che ad oggi non contempla, tra gli interventi edili, la possibilità di efficientare gli immobili del centro storico per favorire la riqualificazione energetica, mediante impianti fotovoltaici adeguati all’identità storica e artistica preesistente e tutelata dal Codice dei beni paesaggistici.
E’ quanto chiede a sindaco e giunta il Capogruppo di Mantova Ideale in Consiglio Comunale Stefano Rossi che ricorda come oggi, nel centro storico di Mantova, con i vincoli di città Unesco, sia attualmente vietato installare sui tetti i pannelli fotovoltaici.
“Ciò impedisce la riqualificazione energetica degli edifici e, soprattutto, l’utilizzo del Superbonus del 110 per cento concesso a chi riesce a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni” sottolinea Rossi il quale dall’altra parte riflette però sul fatto che, nonostante i vincoli paesaggistici, sui tetti della città ci sia “in realtà una selva di antenne singole e condominiali, torri di raffreddamento in metallo abbagliante, parabole e ripetitori per cellulari, bocche di uscite degli impianti di aerazione e colonne di moto-condensatori per l’aria condizionata”.
Il Consigliere comunale evidenzia poi che in molte città, anche storiche, è consentita l’installazione di pannelli fotovoltaici, con la sola condizione che questi “non si vedano” dalla strada, e ricorda come sul mercato esistano soluzioni tecniche che consentono l’utilizzo di pannelli fotovoltaici che possono essere integrati nei tetti, paralleli alla falsa, e invisibili dagli spazi esterni”. Inoltre illustra le diverse facilitazioni previste dal Decreto Energia per l’installazione dei pannelli e ricorda come, con lo stesso Decreto, il Governo “abbia inserito una serie di norme per spingere “l’autoproduzione”, in particolare quella da fotovoltaico e che installare un impianto solare sarà ‘equiparato’ ad effettuare una ‘manutenzione ordinaria'”.
Infine Rossi sottolinea come “di fronte a una crisi climatica di queste dimensioni, che chiama tutti in causa, non è certo questo il modo di omettere di tutelare un paesaggio italiano che rischia di essere stravolto da ben altri fenomeni, quali per esempio gli impatti di fenomeni meteorologici estremi”.