“Il primo ottobre è scattato il piano nazionale definito dal commissario straordinario per affrontare l’emergenza della peste suina, ma in Lombardia non ce ne siamo ancora accorti. È per questo che abbiamo appena presentato in aula consiliare una mozione urgente per impegnare la giunta regionale, già in estremo ritardo, ad attivarsi subito e concretamente per arginare quanto più possibile il grave rischio che sta correndo un’intera filiera e che provocherebbe un effetto domino disastroso”, ad affermarlo sono i consiglieri regionali del Pd Marco Carra, Matteo Piloni, rispettivamente capodelegazione e segretario della commissione Agricoltura, e Roberta Vallacchi, componente della commissione Ambiente, che tornano alla carica in merito alle misure adottate da Regione Lombardia per contrastare l’emergenza PSA in Lombardia.
“Siamo ancora troppo indietro – attaccano i consiglieri dem – dopo la mozione approvata all’unanimità a luglio che cosa è stato fatto? Dove sono i GOT? Il piano nazionale del commissario straordinario prevede, solo in Lombardia, l’istituzione di nove Gruppi operativi territoriali, che devono essere costituiti da almeno 20 operatori qualificati e che rappresentano il fulcro di tutta l’operazione, dal momento che devono coordinare i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali e definire le misure di contenimento più efficaci contro la PSA. La situazione sta aggravandosi ogni giorno di più e ogni ritardo rischia solo di facilitare l’estendersi dell’epidemia – proseguono – basti pensare che dallo scorso 22 giugno, nonostante l’abbattimento preventivo di quasi 34mila maiali, si contano, solo nell’ultima settimana, ben nove focolai scoperti nella nostra regione”.
Ora per i consiglieri non è più tempo per le sole parole: “adesso è necessario che Regione Lombardia si impegni al più presto a: istituire i Gruppi operativi territoriali; stilare un protocollo per la gestione dei reflui zootecnici e dei liquami e a fornire altre indicazioni chiare per la gestione in sicurezza degli allevamenti; individuare un sito di macellazione unico a livello regionale; interloquire con il Governo per la gestione delle carni macellate in provincia di Pavia; prevedere un indennizzo per i danni indiretti agli allevatori; monitorare, attraverso le ATS, la disinfestazione dei capannoni utilizzati per l’abbattimento dei capi; incrementare la biosicurezza degli allevamenti; estendere il bando per le recinzioni a tutti gli allevamenti e non solo a quelli situati nelle zone rosse; accreditare altri istituti zooprofilattici in Lombardia all’analisi delle milze prelevate oltre ai laboratori di Brescia; aggiornare costantemente, coinvolgendo l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, un documento di valutazione dei rischi che tracci uno scenario ipotetico della diffusione della peste suina e trasmetterlo tempestivamente alle associazioni di categoria e agli operatori del settore coinvolti”.