Poche figure professionali nel comparto pubblico: per la Uil un problema ormai cronico. Tra il 2014 ed il 2019 perso il 54% dei posti

Paolo Soncini della Uil

MANTOVA – Una cronica mancanza di figure professionali nel comparto pubblico e il bisogno di un rilancio che parta da nuove assunzioni: questo quanto rilevato da uno studio della Uil Fpl  della Lombardia sul lavoro negli enti locali.  Per il sindacato, nella crisi sanitaria in cui ci troviamo, sono emerse le criticità dei servizi sanitari massacrati da tagli incondizionati alla spesa pubblica e, se sotto questo profilo si sta acquisendo la consapevolezza che è necessario invertire la tendenza, è fondamentale procedere di pari passo con i servizi oggi offerti dagli Enti Locali del territorio.

Il ruolo svolto dagli Enti Locali in termini di servizi sociali, demografici e tecnici, educativi e di pronto intervento della polizia locale assume maggiore importanza quando il cittadino ne ha bisogno per le necessità individuali. Servizi essenziali che nel corso dei vari lockdown sono stati garantiti da migliaia di lavoratori. “I dati dello studio – spiega Paolo Soncini, segretario provinciale della Uil – coprono l’ultimo quinquennio. Aggiungendo il dato del 2020 il cambio di passo di nuove assunzioni che significano più efficienza per i servizi e posti di lavoro non è più solo una richiesta sindacale, ma un obiettivo strategico e di buonsenso“.

Per quanto riguarda le Province Lombarde tra il 2014 ed il 2019 si sono materialmente persi 6.262 (54% del totale a livello nazionale) posti di lavoro (di cui 183 a tempo determinato). La riduzione delle posizioni lavorative in Lombardia rappresenta a livello nazionale il 54 % del totale delle perdite di unità lavorative. Nel nostro territorio sono oltre 666 i posti di lavoro andati perduti in questi anni, anche a causa del mancato ricambio generazionale.