SAN BENEDETTO PO – Rinvii, ritardi, progetti annunciati e mai realizzati o cambiati in corsa. Quelli che hanno caratterizzato dal 2013 la realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po con gli ultimi capitoli scritti rispettivamente durante il Consiglio Comunale aperto del 7 luglio scorso durante il quale il presidente della Provincia Carlo Bottani ha promesso che “entro il 14 febbraio 2023 le auto transiteranno sul nuovo ponte in alveo in posizione provvisoria” e con il successivo annuncio sempre da parte di Palazzo Di Bagno circa la richiesta di un parere all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) che sbrogli la vicenda della costruzione del ponte in golena (i legali esterni della Provincia dichiarano che non è possibile fare un affidamento diretto dei lavori di Toto, cosa sostenuta anche dalla Regione, contro i pareri degli avvocati della stessa Toto). Nel frattempo, l’ipotesi tanto invocata di un commissario è venuta meno prima con la bocciatura alla Camera degli emendamenti che ne chiedevano l’istituzione, poi con la stessa caduta del Governo.
Intanto i tempi continuano ad allungarsi senza che arrivino risposte, ragion per cui il Comitato Vogliamo il Ponte, che da anni si batte per la realizzazione del manufatto, è tornato alla carica, questa volta chiedendo un incontro al prefetto Gerlando Iorio.
Legate al ponte vi sono infatti delle evidenti questioni di sicurezza e la Prefettura è dunque l’Ente a cui rivolgersi: l’attuale ponte è stato infatti aperto nel 1966, le sue condizioni presentano delle criticità, e non si escludono cedimenti improvvisi anche se il continuo monitoraggio con i sensori non ha segnalato nulla al momento che possa far pensare a eventi del genere.
Ecco dunque la necessità di chiedere un confronto con il prefetto affinchè intervenga su questa annosa e delicata vicenda.
“La situazione di stallo del cantiere, ma soprattutto i continui problemi fanno temere che quanto realizzato diventi una cattedrale nel deserto. Pur capendo l’esigenza di deviare il traffico sulla nuova parte in alveo, temiamo che si tratti di un palliativo e che nel momento della realizzazione della parte in golena i tempi di chiusura siano ben più lunghi dei preventivati 100 giorni, gli organi di stampa stanno già ventilando questa ipotesi. Questo ponte serve all’intera provincia di Mantova e la circolazione ridotta crea e continuerà a creare problemi a tutta la viabilità del territorio” scrive il Comitato nella lettera inviata al prefetto.
“Il deterioramento del vecchio ponte è evidente e comporta nei cittadini uno stato di costante paura per un’improvvisa chiusura totale al traffico sinonimo di isolamento. Il territorio non può permettersi di attendere troppi ulteriori anni per vedere ultimata l’opera perché sta già pagando un prezzo altissimo e così invece aumenteranno solo i danni e i disagi. I continui problemi all’appalto, i rinvii, i ritardi hanno purtroppo portato i cittadini ad avere sfiducia verso le istituzioni e la politica. Ringraziando anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarci, porgiamo cordiali saluti” conclude il Comitato