Ponte di San Benedetto, domani il tavolo di confronto per far ripartire il cantiere

La Regione convoca un incontro ristretto sul ponte di S.Benedetto. Martedì il vertice per tentare di far ripartire i lavori

MILANO – Si terrà domani martedì 14 luglio, alle ore 16, presso l’assessorato ai lavori pubblici di Regione Lombardia, il tavolo di confronto sbloccare la situazione riguardante il ponte di San Benedetto. Al summit i due sindaci di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, rispettivamente Roberto Lasagna Roberto Penna, che si siederanno al tavolo con la Provincia di Mantova, la ditta incaricata dei lavori (la Toto) e la Regione, l’Assessore ai lavori pubblici Claudia Maria Terzi che cercherà di mediare. “Da anni abbiamo assistito a continui rinvii e promesse: il cantiere è partito a singhiozzo tra mille intoppi – dice il sindaco Lasagna -. Ora, grazie al forte interessamento della Regione Lombardia, principale ente finanziatore, che ha già versato un terzo dei 30 milioni, cerchiamo di trovare una soluzione, anche grazie alla mediazione dell’Assessore regionale. Non era mai stata fatta una riunione con la ditta in questione, sentiremo anche la loro versione, vedremo quali proposte verranno fatte. L’importante è completare l’opera, che è vitale per la nostra economia, perché questa situazione di stallo mortifica il territorio. Speriamo di giungere ad un accordo che permetta di avere il ponte, così come era stato stabilito: darebbe una ventata di ottimismo a tutta la nostra zona, e di questi tempi ce n’è proprio bisogno”. Com’è noto, il nodo della faccenda riguarda la caserma dei carabinieri di via Chiassi. Il bando per la gara d’appalto prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andava ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione. Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda vuole quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro. Dall’altra parte la Provincia ha sempre sostenuto che non si può cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto ha regolarmente firmato. Vorrebbe dire modificare a posteriori un bando di gara, a cui hanno anche partecipato altri soggetti, e ciò è ovviamente vietato per legge.

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