PORTO MANTOVANO – Sta giungendo in Moldavia in queste ore la missione, partita giovedì notte, di Porto Emergenza, che porterà attrezzature (tenda da campo, materiali di primo intervento e farmaci) per l’allestimento di un pronto soccorso mobile e un’ambulanza presso la città di Palanca, città sul confine con l’Ucraina, a 56 km da Odessa: qualche ritardo sulla tabella di marcia dovuto ai controlli in frontiera, ma ora tutto dovrebbe essere risolto. “In questo primo viaggio – dice il presidente di Porto Emergenza Paolo Guandalini, che fa parte della spedizione assieme ad Alessia Picinato, Mauro Recusani, Mattia Rinaldi e Marco Mazzoni – abbiamo portato le attrezzature più importanti: ora l’ambulanza e le attrezzature verranno gestiti dai medici di Intersos. Ma faremo altri viaggi in seguito, per portare altro materiale che non siamo riusciti a caricare in questa prima trasferta”. Due i mezzi utilizzati, per l’appunto un minivan e un’ambulanza, consegnata dalla Orion di Firenze per gli aiuti e i soccorsi in una zona, molto prossima alla frontiera ucraina, che vede l’arrivo di numerosi profughi in fuga dalle bombe. Una zona, quella di Palanca, che non ha un vero e proprio campo dedicato, ma è uno snodo di traffico importante per la sua vicinanza geografica al teatro di guerra: “In molti arrivano da Odessa, ma rimangono solo qualche ora per poi essere portati in altre strutture all’estero – dice Guandalini -, il 40% sono bambini. Le persone arrivano stremate e in condizioni molto difficili, per questo è stato importante fornire attrezzature di primo soccorso e medicinali mirati, come antibiotici generici e farmaci pediatrici“. Anche la raccolta nei prossimi giorni di Porto Emergenza si concentrerà sul materiale sanitario, per aiutare gli operatori di Intersos sul posto. Ma quello sul confine Moldavia-Ucraina non è stato il primo intervento di Porto Emergenza: “Sabato scorso ci era arrivata la richiesta di aiuto di una persona di Curtatone che ci chiedeva una mano, per fare arrivare una signora con due bambini da una zona vicina a Kiev. Era in un bunker senza nulla e avrebbe voluto arrivare in Italia, dove ha dei parenti. Tramite Intersos siamo riusciti a farla arrivare in Polonia con bus e treni, poi dal confine polacco, ieri pomeriggio, è arrivata in Italia trasportata dai nostri collaboratori”.