Primo tavolo di crisi sulla Corneliani. I sindacati: “Serve un confronto con il Mise e gli azionisti della società”

Corneliani, plauso bipartisan della politica all'accordo

MANTOVA – E’ durato poco più di due ore il primo “tavolo di crisi” sulla Corneliani a cui hanno preso parte in videoconferenza il prefetto Carolina Bellantoni, Cgil, Cisl e Uil e le Rsu dell’azienda, l’ad di Corneliani Giorgio Brandazza, il responsabile delle risorse umane Maurizio Arsti e l’avvocato Riva, il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, una dirigente della Provincia e il neo direttore di Confindustria Mantova Maurizio Migliarotti
“L’incontro è stato costruttivo e ringraziamo Prefetto e Sindaco di Mantova – scrivono i sindacati – per gli interventi a sostegno delle nostre rivendicazioni. L’aspetto sicuramente più importante è il concordare tutti sulle priorità assolute: trovare la liquidità necessaria per riaprire la produzione, indispensabile per finire il campionario e la stagione da ultimare.
Il tavolo di crisi si riaggiornerà la prossima settimana, in attesa della convocazione del Ministero dello Sviluppo Economico. In quell’occasione, abbiamo ribadito al tavolo, abbiamo chiesto di poterci confrontare davanti al Ministro Patuanelli direttamente con gli attuali azionisti della società”.
“Ci sono impegni traditi che invece vanno rispettati: chiederemo conto di questo davanti alla massima autorità in materia, il ritiro del concordato in bianco e una nuova e immediata ricapitalizzazione indispensabile per sollevare l’azienda dal pantano nella quale è stata messa. Sono confermati i presidi davanti all’azienda anche per tutta la prossima settimana”.
Dunque tutti d’accordo i diversi soggetti al tavolo che la produzione debba riprendere al più presto, per far si che i negozi possano essere riforniti, e per terminare il campionario. A questo punto l’auspicio dei sindacati è che il Ministero dello Sviluppo economico possa mettere tutti di fronte alla proprie responsabilità, ad iniziare proprio dall’azienda perchè serve trovare al più presto liquidità e quindi nuovi soci che possano entrare nella compagine. Qualche soggetto interessato pare possa esserci ma al momento nessuno vuole sbilanciarsi di più nel dare informazioni su questo fronte.
Intanto l’azienda ha richiesto altre 4 settimane di cassa integrazione Covid.