CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – 293 persone incontrate, di cui 230 prese in carico; 80 quelle avviate al tirocinio in aziende del territorio, 8 quelle che dopo aver completato il percorso sono state assunte. Sono i numeri essenziali che racchiudono i cinque progetti realizzati nel corso degli ultimi due anni nelle aree territoriali di Mantova, Asola, Castiglione delle Stiviere, Ostiglia, Suzzara e Viadana, guidati dai capofila Sol.Co. Mantova, cooperativa sociale Agorà, For.Ma Azienda Speciale Provincia di Mantova, cooperativa sociale Il Ponte e Socialis Azienda Speciale Consortile, finanziati tramite bando da Regione Lombardia.
L’obiettivo, come è stato spiegato questa mattina nella sala consiliare del Comune di Castiglione delle Stiviere in occasione del convegno “Verso l’inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità: esperienze e prospettive” che in qualche modo ha concluso l’esperienza biennale, era aiutare a orientare e valutare il potenziale di persone con disabilità. In taluni casi, come si è visto, si è giunti a traguardi ancora più ambiziosi, come quello del loro collocamento lavorativo. Al convegno hanno partecipato il Sindaco di Castiglione Enrico Volpi, Cristina Ronconi per Socialis Azienda Speciale Consortile, Andrea Scappi, Direttore For.Ma Azienda Speciale Provincia di Mantova, Francesca Rossi per Cooperativa sociale Agorà, la Consigliera Maria Paola Salvarani per la Provincia di Mantova, Francesca Bezzecchi, Responsabile Servizio Collocamento Mirato Provincia di Mantova e Gianluca Ruberti, Direttore dell’Unità Operativa Mestieri Mantova.
Finalità trasversale dei progetti, condivisa con il Servizio del Collocamento Mirato della Provincia di Mantova: individuare le persone che, per diversi motivi, non accedono alla rete di servizi sociali e di inserimento lavorativo del territorio, escono dai circuiti scolastico formativi e, ritenendo i servizi socio assistenziali non adatti ai loro fabbisogni, rimangono in attesa, talvolta per anni, di una migliore occasione, rimanendo in una crescente situazione di isolamento sociale, sfuggendo così alla rete di protezione sociale locale.
I progetti, che hanno coinvolto partenariati complessi composti da enti del servizio sociale pubblico, cooperazione sociale, sistema sanitario e operatori accreditati ai servizi al Lavoro, hanno consentito di organizzare una filiera di azioni complementari, in grado di accompagnare la persona con disabilità verso il maggior grado di autonomia lavorativa, così da favorire una sua progressiva emancipazione e inclusione sociale.
Grazie alle azioni sperimentate dai progetti si è ridotto il tempo di inattività nel passaggio dal sistema istruzione ad altre risposte socio-lavorative, si è ridotto il rischio di isolamento e dis-attivazione (simile alla condizione dei Neet), si è accelerato il transito scuola-lavoro, verso l’iscrizione alle liste di Collocamento Mirato e da queste verso le aziende e le realtà lavorative, nonché il transito scuola-servizi socio educativi verso gli Sfa (Servizi di Formazione all’Autonomia), e da questi verso l’integrazione sociale nella propria comunità.
I progetti si sono rivolti in particolare a utenti degli SFA del territorio o già in carico ai Servizi Sociali dei Comuni; persone disabili che, nel passaggio tra scuola e lavoro, si sono dis-attivate (si sono fermate nel passaggio tra la certificazione Legge 104 e la iscrizione alle liste Legge 68) e permangono, anche per carenza di proposte e di conoscenza dei servizi a disposizione, in condizione di inattività.
“Il Collocamento Mirato- spiega Bezzecchi – è testimone e fautore del cambiamento che negli anni ha rivoluzionato il pensare e l’agire la disabilità: oggi più che mai sostiene e promuove le reti locali che integrano sistemi e attività degli enti della cooperazione sociale, del sistema sanitario, di quello formativo e dei servizi al lavoro, orientandosi verso un approccio multidisciplinare e integrato nei servizi destinati alle persone con disabilità. Il Convegno rappresenta un’occasione di condivisione e amplificazione del nostro impegno per una inclusione attiva, capace di generare valore per l’intera comunità”.
“Grazie ai progetti – sottolinea Gianluca Ruberti – abbiamo generato un cambiamento e un miglioramento sia nei singoli percorsi di vita autonoma delle persone disabili che nell’intera comunità, portando a sistema queste modalità di intervento integrato nella più ampia rete di servizi esistenti. Abbiamo sperimentato un ‘modello Mantova’ che ha visto, sin dalla fase di progettazione, una sinergia tra soggetti diversi e tra i progetti presentati, con momenti di scambio e condivisione delle buone prassi, che questo convegno finale rilancia e valorizza”.
Ora si guarda al futuro: le progettazioni sperimentate si ricandideranno al bando regionale “Inclusione attiva per l’integrazione socio-lavorativa nell’ambito dei progetti di vita indipendente e inclusione delle persone con disabilità per le annualità 2026/2028”, in scadenza il 13 ottobre.