Psa, Beduschi: “Impegno costante di Regione e Governo. Battaglia durerà anni”

MILANO – “L’avvicendamento che avverrà nei prossimi giorni nel ruolo di Commissario straordinario dopo il lavoro del professor Caputo, che ringrazio, non modifica l’impegno costante e determinato del Governo e della Regione Lombardia nella lotta contro la PSA. La gestione di una crisi sanitaria di questa portata è complessa e richiede sforzi coordinati e continuativi. Sarebbe impossibile sconfiggere questa malattia in pochi mesi ma quello che è certo che in Italia e in Lombardia si sta facendo il massimo, altrove non so”.

Così l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi interviene in merito alle dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali del PD, riguardanti la gestione della Peste Suina Africana (PSA) da parte di Regione Lombardia e Governo.

“In merito al caso di positività segnalato dai consiglieri del PD – prosegue Beduschi – Regione precisa che sono in corso tutti gli accertamenti del caso da parte del Servizio veterinario regionale all’interno di un allevamento a conduzione famigliare in provincia di Milano, essenziali per introdurre tutte le misure e i protocolli eventualmente necessari”.

La battaglia contro la PSA -sottolinea l’assessore- durerà anni e richiede un impegno costante da parte di tutte le istituzioni coinvolte, anche aumentando il più possibile il controllo dei cinghiali che la trasmettono. Tuttavia, gli allevatori hanno bisogno di azioni coordinate e di interventi mirati e, soprattutto nei casi di aziende più piccole e meno strutturate, non può mai venire meno l’attenzione alla biosicurezza, soprattutto in territori dove il virus circola molto, favorito dal caldo, come quello del Parco del Ticino e del Milanese. Grande attenzione è richiesta all’uomo con i suoi comportamenti, perché anche una piccola distrazione può portare il virus nell’allevamento, vanificando i sacrifici di tutti”.

“Quello che certamente non serve -conclude Beduschi- sono le strumentalizzazioni di chi pare non aspettare altro che un caso positivo per alimentare polemiche di cui nessuno sente il bisogno, lanciando accuse ancora prima che possano essere ricostruiti i fatti e accertate eventuali responsabilità”.