Il Consiglio dei ministri ha approvato il Recovery plan, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova e la mantovana Elena Bonetti, si sono astenute in Cdm confermando così la rottura tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi.
“Se non ci sarà il Mes le ministre di Iv si asterranno”, dichiara quest’ultimo che per oggi pomeriggio ha convocato una conferenza stampa alla Camera che potrebbe certificare l’addio di Iv al governo.
“Decidiamo in mattinata e poi lo comunicheremo alla stampa”, annuncia il leader di Italia Viva che prima, ospite ieri sera di Cartabianca su Rai3 ha dichiarato: “ Credo che ci sarà o il governo dei responsabili, cioè il Conte-Mastella, e noi lo rispetteremo e staremo all’opposizione, oppure un governo diverso”
“Alle elezioni anticipate non ci credo”- ha aggiunto Renzi
“In queste ultime settimane – ha spiegato – Conte non mi rispondeva alle lettere, non capivo perchè. Pensavo che stesse preparando le risposte. In realtà stava a cercare i senatori mancanti. Io penso che domani Conte annuncerà di avere altri parlamentari a suo sostegno. Noi aspettiamo il Consiglio dei ministri, domani mattina (oggi mercoledì 13 gennaio ndr) decideremo e domani pomeriggio lo diremo di fronte alla stampa“.
“Se devo stare dentro un governo che butta via il denaro dei miei figli non ci sto”, ha concluso Renzi.
L’impressione comunque è che non restino molti margini per ricompattare la maggioranza. Tanto che, come riferisce l’Ansa, continuano a circolare voci e ‘conteggi’ sui possibili “responsabili” pronti a prendere il posto di Iv al Senato: si accredita l’uscita di 4 senatori dal gruppo di Renzi e ben 8 da Forza Italia.
E’ sul Mes intanto che si consuma l’ultimo scontro tra Iv, Conte e gli altri partiti alleati. Le ministre renziane definiscono “incomprensibile” la rinuncia al fondo salva-Stati, lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori. “Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto”, è la replica di Conte, che invita a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica.
Anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è intervenuto spiegando che lo strumento del Mes non ha nulla a che vedere con il programma Next Generation EU e che in ogni caso anche se si decidesse di attivare il Mes, non nell’’ambito del Recovery ovviamente, non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi rispetto a quelli già programmati.
Fra poche ore, dunque potrebbe essere crisi di governo. E infatti Conte accelera e convoca un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid e l’altro domani giovedì 14 sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio.
Il Recovery Plan
Il Recovery Plan (Pnrr), documento di 160 pagine, vale 222,9 miliardi. Per digitalizzazione e cultura sono stanziati 46,18 miliardi. Per la rivoluzione verde 68,9 miliardi. Per le infrastrutture 31,98 miliardi. Per l‘istruzione 28,49 miliardi. Per l‘inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) 27,62 miliardi. Per la sanità 19,72 miliardi.
Considerando gli altri fondi Ue, tra cui il Feasr e il Qfp 2021-26, l’Italia potrà gestire complessivamente 310,66 miliardi, di cui 58,95 mld per digitalizzazione e cultura, 78,79 mld per il green, 33,14 mld per le infrastrutture, 34,04 mld per istruzione e ricerca, 85 mld per inclusione e coesione, 20,73 mld per la salute.