Recupero ferrovia Mantova-Peschiera, passi avanti: presentati due studi

MANTOVA – “Una favola, un sogno, un progetto ambizioso” che negli ultimi tempi è tornato d’attualità: così il presidente della Provincia Carlo Bottani ha definito il recupero della ferrovia Mantova-Peschiera del Garda, dismessa nel 1967. Ieri un piccolo passo in avanti è stato fatto, con la presentazione ieri, presso il Parco del Mincio, degli studi tecnico-economici e urbanistici.

Un protocollo d’intesa era già stato firmato un paio di anni fa tra gli enti coinvolti, definendo i rispettivi impegni. Il prossimo passaggio sarà un’analisi dettagliata costi-benefici. Se l’esito sarà favorevole, ovviamente con l’individuazione delle risorse, Mantova e Peschiera potrebbero tornare in futuro ad essere collegate su ferro, quasi 60 anni dopo l’ultimo viaggio.

Due studi per guardare avanti
Per illustrare gli ultimi sviluppi, sono stati coinvolti dirigenti e tecnici della Provincia, come l’architetto Elena Molinari, responsabile del servizio pianificazione territoriale e l’ingegner Alessandro Gatti. Sono stati presentati due studi: il primo riguarda l’interazione del possibile recupero con il territorio, allargando la visuale anche ai comuni limitrofi e valutando ipotesi di stazioni intermodali, parcheggi scambiatori e nuove fermate in punti strategici come il Parco Sigurtà. Il secondo studio si concentra sulle soluzioni tecniche legate al mezzo. “Le possibilità – afferma Molinari – contemplano un treno o un tram-treno, alimentato a batteria o a idrogeno, in grado di viaggiare anche sulla normale sede ferroviaria, con un impatto minimo e un’elevata sostenibilità”. Le proposte sui mezzi sono state illustrate nel dettaglio dall’ingegner Michele Tarozzi e dall’architetto Luca Pasquali.

Il tracciato: invariato per il 90%, qualche modifica solo in punti critici
Il tracciato storico è stato in buona parte preservato: circa il 70% del sedime della vecchia ferrovia risulta ancora di proprietà pubblica, un dato fondamentale per la fattibilità del progetto. “Solo alcuni punti necessiteranno di modifiche: a Monzambano, dove oggi sorge un supermercato, e a Marmirolo, dove il tracciato dovrà leggermente scostarsi – prosegue la responsabile del servizio pianificazione territoriale della Provincia -. Tra Valeggio e Peschiera sono previste le modifiche più profonde: il percorso si avvicinerà di più al Mincio, mentre l’arrivo al capolinea veronese sarebbe rivisto in funzione dell’attuale assetto viabilistico e della presenza del casello”. Serviranno altre modifiche in una zona di cave, dove il terreno è stato abbassato di 5-6 metri. Per quanto riguarda le stazioni: “verrebbero recuperate quelle originarie – spiega l’architetto Elena Molinari -, almeno sul territorio mantovano dove il tracciato sarebbe perlopiù fedele a quello originario”

Il presidente Bottani: “Una favola che vogliamo far tornare vera”
“Una favola, un sogno, un progetto ambizioso – così ha definito il progetto il presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani – che unisce due province e due regioni. Ringrazio tutti i tecnici e i comuni coinvolti, e Italia Nostra che ha proposto questa idea e gli studi Signorelli&Gandini. Vogliamo restituire ai cittadini e ai turisti questo collegamento ricco di storia, natura, cultura ed emozione.”