MANTOVA – Il “Comitato per il no” scende in campo ed organizza per sabato 18 luglio, alle ore 10.30 in via Conciliazione 118 a Mantova, un incontro pubblico. Al centro della serata il referendum costituzionale per cui il 20 ed il 21 settembre i cittadini italiani saranno chiamati a votare per confermare o meno il taglio del numero dei parlamentari.
Referendum costituzionale, nasce il “Comitato per il no”: sabato incontro pubblico a Mantova
“Un referendum che – spiega il Comitato – oggettivamente sta trovando poco spazio nel dibattito pubblico. Eppure anche a Mantova qualcosa si muove”: un tema su cui interviene, dunque il nascente “Comitato provinciale per il no” capeggiato da Marco Rossi, giovane referente provinciale di Potere al Popolo. “Ci sono tantissimi motivi per votare “no” a questo ennesimo tentativo di manomissione della Costituzione – spiega Rossi -, uno su tutti è evitare che si riducano ulteriormente gli spazi di rappresentanza democratica dei territori e dei cittadini; se si vogliono operare dei risparmi, ci sono modi più efficaci e semplici, come la riduzione dei compensi dei parlamentari o la riduzione dei contributi ai gruppi parlamentari. Ancora meglio però sarebbe guardare altrove per risparmiare, visto che il nostro Paese spende ogni anno miliardi di euro in armi da guerra, in devastazioni ambientali e in sprechi di ogni tipo”.
Proprio di questo si parlerà sabato durane l’incontro promosso dal Comitato che sottolinea come “questa riforma è diventata il cavallo di battaglia di partiti che evidentemente non sanno cosa farsene dei parlamentari che hanno contributo a far eleggere. I partiti e gli elettori dovrebbero puntare a migliorare la qualità dei componenti del Parlamento invece di ridurne il numero. Meno parlamentari significherà anche una minor rappresentanza dei territori più piccoli, la nostra Provincia non farà eccezione. I cittadini – conclude Rossi – hanno il diritto di essere informati su quello per cui saranno chiamati ad esprimersi. Aver fissato la data del referendum insieme alle amministrative e alle regionali è l’ennesimo tentativo di non parlarne, perché si ha il timore che una cittadinanza consapevole possa bocciare la riforma. Per questo è ancora più necessario organizzare una campagna informativa dal basso”.