Prescrizione, ok dalla Camera alla quinta riforma in 19 anni

Con 173 voti favorevoli e 79 contrari, la Camera ha approvato il disegno di legge Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione. Quella appena approvata è la quinta riforma in 19 anni: dopo l’ex-Cirielli del 2005 ci sono state le leggi dei Guardasigilli Orlando del 2017, Alfonso Bonafede del 2019 e Marta Cartabia del 2021. Il testo ora passa al Senato.
“La riforma della prescrizione vuole dare certezza dei tempi di giustizia e ripristina un fondamento dello Stato di diritto – dice in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti -. Fratelli d’Italia ha sempre ritenuto inconcepibile un sistema giudiziario basato sul principio del ‘fine processo maì che avrebbe avuto il solo risultato di produrre indagati o imputati a vita. Finalmente si seppellisce una volta per tutte la ricetta ‘bonafedianà, sostenuta da M5s-Pd, volta ad alterare in modo inopinato le regole del giusto processo, così alterando il rapporto tra la giustizia e il cittadino, relegando quest’ultimo a suddito. Continuiamo ad essere convinti, invece, che i processi debbano portare ad una sentenza definitiva in tempi ragionevoli”.
In sintesi, il testo prevede una sospensione della prescrizione di 24 mesi dopo la sentenza di condanna di primo grado e di 12 mesi dopo la conferma della condanna in Appello. Se la sentenza di impugnazione non arriverà nei tempi previsti, la prescrizione riprenderà il suo corso e si calcolerà il precedente periodo di sospensione. Anche in caso di successivo proscioglimento o annullamento della condanna in Appello o in Cassazione, il periodo in cui il processo è stato sospeso si calcolerà ai fini della prescrizione. È, insomma, un ritorno sostanziale alla legge approvata nel 2017 con Andrea Orlando (Pd) ministro della Giustizia pur essendo stata bocciata in Aula la proposta di modifica che riproponeva tout court il ritorno alla legge dell’allora Guardasigilli Dem.
“Di contraddizioni oggi ne abbiamo sentite tante. La nuova disciplina reintroduce la prescrizione del reato in appello e cassazione facendo quindi venire meno il blocco in primo grado. Per quanto riguarda la riforma Orlando noi l’abbiamo sempre sostenuta ritenendola la più equilibrata di tutte in assoluto. Ma perchè abrogare questa disposizione? Perchè dire di no ad una norma che ha prodotto efficienza e concorre ad attuare il principio costituzionale della ragionevole durata del processo che avete richiamato voi tutti perchè tornare all’inefficienza? – si è chiesta in Aula alla Camera la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, nel corso delle dichiarazioni di voto -. Capite che stiamo creando un caos nei tribunali che va esattamente contro gli obiettivi del Pnrr? Ministro Nordio ha ascoltato il grido di dolore di tutti e 26 presidenti di tutte e 26 Le Corti d’Appello italiane? Certamente non sono mica tutte toghe rosse”.